Pisa, alla carica. Assalto a Fort "U-Power"

Se l’Arena è un fortino quasi inespugnabile, lo ‘Stadium’ dei brianzoli non è da meno: 13 vittorie in casa, 4 pareggi e solo 2 sconfitte

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di Francesco Paletti

PISA

Vero, l’Arena è un fortino che in questa stagione ha vacillato solo una volta e in circostanze del tutto particolari (contro il Frosinone e con la squadra falcidiata dal Covid). Ma l’U-Power Stadium di Monza non è da meno. Anzi, numeri alla mano sembra essere ancora più robusto. Perché i brianzoli hanno raccolto la bellezza di 43 punti, cinque in più di quelli raccolti dal Pisa fra le mura amiche. Soltanto il Lecce ha fatto meglio. In casa la squadra di Stroppa ha collezionato la bellezza di ben 13 vittorie, appena quattro pareggi e solo due battute d’arresto. Ed è dall’U-Power Stadium che comincerà una finale lunga 180 minuti e che dovrà decidere la terza promossa in serie A: fare risultato là è difficile, ma non impossibile. Non va certo spiegato agli uomini di D’Angelo che in questa stagione sono stati i primi a condannare i brianzoli alla sconfitta casalinga. Sembra impossibile riuscirci, specie dopo la rete in apertura di Valoti che aveva trasformato una gara già difficile, in una cima quasi impossibile da scalare. Poi ci pensarono Puscas, al primo centro in nerazzurro, e un colpo di testa di Caracciolo deviato nella propria porta dal pisano Favilli a ribaltare il risultato. Fu un messaggio anche per tutto il campionato: a Monza si può vincere. Anche se i nerazzurri trovarono una via originale per far male alla squadra di Stroppa, del tutto diversa da chi, dopo (il Lecce) ha espugnato nuovamente quello stadio e da chi, comunque, aveva messo paura ai biancorossi.

Perché gli uomini di D’Angelo sono stati gli unici a battere la squadra di Berlusconi e Galliani sfruttando le fasce laterali e i calci da fermo: il pari di Puscas, infatti, arriva da un affondo sulla fascia destra e da un cross quasi all’altezza della bandierina di Sibilli. Anche se quello che combina il rumeno in area di rigore è da bomber di razza: controllo e tiro in un fazzoletto. Il raddoppio, invece, nasce da un calcio d’angolo magistrale di Beppe Mastinu, sul primo palo a cercare la testa di Caracciolo. Dopo quella partita, in casa il Monza ha perso di nuovo: il 27 febbraio contro il Lecce. Ma i salentini usano altre armi, mettendo a nudo una certa staticità della coppia centrale e anche i limiti di una mediana, fatta di tanti giocatori dal piede raffinato ma poco portati al lavoro sporco di copertura. Perché la squadra vince sì grazie ad un rigore di Coda, ottenuto però con un inserimento da dietro di Helgason, che supera in velocità Paletta al quale non resta da fare altro che abbatterlo. Sono le stesse armi utilizzate anche dal Brescia che, in campionato, impatta 1-1 grazie ad una rete di Bisoli, arrivata nello stesso modo. Con un inserimento da dietro di Tramoni che poi crossa al centro e pesca il capitano proprio sul dischetto di rigore. E anche il Perugia (2-2 alla 19esima) aveva fatto risultato nello stesso modo, con due percussioni centrali di De Luca: con la prima conquista il rigore saltando secco Marrone, con la seconda pesca Kouan appostato sul secondo palo che insacca da due passi.