Petrachi, la lite a la pace: "Persona vera"

La proposta dell’ex direttore sportivo nerazzurro: "La società e il Comune organizzino un memorial per sostenere la famiglia"

di Michele Bufalino

Uno spogliatoio in lutto, un gruppo di amici senza più il loro punto di riferimento, senza più un capitano che aveva fatto la differenza, senza il quale forse, quel gruppo non sarebbe potuto esistere. I compagni di squadra ricordano l’ex calciatore del Pisa Fabrizio Ferrigno, sconfitto da un male che se lo è portato via troppo presto, all’età di 47 anni. Nicola Ciotola fa fatica a parlare: "Sapevo della sua leucemia, ma pensavo potesse guarire, aveva combattuto come un leone con la malattia". C’era un rapporto speciale tra Ciotola e Ferrigno: "Mi ha fatto crescere come uomo, venivo dalla C2 e mi è stato sempre vicino, spronandomi con i consigli giusti. Era lui il trascinatore, uomo di altri tempi, condottiero di quella cavalcata incredibile". Davide Morello è stato molto vicino a Ferrigno negli ultimi tempi: "Andavo spesso a Messina da lui, passando per l’ospedale dove si stava curando per la malattia. Nonostante tutto – rivela Morello –, è sempre riuscito a tirar fuori il suo aspetto positivo, era una persona per bene, esemplare in tutti i sensi". Simone Calori decide di lasciar parlare per lui un aneddoto dell’epoca: "Fabrizio era il nostro capobanda. All’epoca fumava ed era solito farlo anche nella doccia per stemperare la tensione, tra le ire di Braglia - confida Calori - Durante una gara rotolò a terra ‘alla Ferrigno’ dopo un contrasto e mi chiamò mentre lo assisteva il dottor Pallini, allungandomi un accendino che si era dimenticato negli slip. Mi fece l’occhiolino con un sorriso dei suoi e tornò in campo dicendomi di non preoccuparmi. Fabrizio era fatto così - conclude l’ex difensore del Pisa -, quando alzava le mani per caricare il pubblico lo faceva spontaneamente, era una persona vera".

Tra gli ex c’è anche chi si è voluto chiudere nel silenzio, come Gabriel Raimondi, incapace di riuscire a esprimere a parole il suo dolore: "E’ una giornata molto triste per me, non ce la faccio a parlare, non riesco". Oppure Cristian Biancone, recatosi a Catania in gran fretta ai funerali, tenutisi ieri alle ore 15. Emanuele D’Anna invece, racconta come Ferrigno avesse voluto rassicurarlo sulla sua situazione: "Anche durante la malattia pensava agli altri, mi diceva che il peggio era passato - confida D’Anna - Fabrizio ha lottato contro tutto e tutti in carriera, così come ha fatto con la malattia. Usava sempre il noi, per questo era il Sindaco ed era amato da tutti, in tutta Italia". La scomparsa di Ferrigno ha commosso anche l’ex capitano della nazionale italiana Fabio Cannavaro, che in un post su instagram ha ricordato attraverso vari scatti momenti spensierati risalenti al periodo delle giovanili del Napoli: "Ciao amico mio, fai buon viaggio, mi mancherai". Il Pisa Sporting Club lo ricorderà nel corso di Salernitana-Pisa con il lutto al braccio, dopo aver fatto richiesta alla Lega di Serie B anche per un minuto di raccoglimento. La società nerazzurra, in un comunicato, lo aveva definito "uomo simbolo di una squadra rimasta indissolubilmente legata alla memoria e al cuore di tutti". La Curva Nord, infine, ha esposto uno striscione allo stadio: "Ciaro Ferrigno vero capitano".