LA TEMPESTA DI SALERNO

Pisa troppo fragile. Crea ma non segna. Poi crolla in difesa

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di Saverio Bargagna

Anima fragile, questo Pisa. Va via a fette in difesa e si trova sotto di quattro reti in poco più di un’ora. Così finisce che viene quasi da interrogarsi – e questo non è necessariamente un’attenuante – su come tutto ciò sia possibile. Nessuno si arrampica sugli specchi, ma la verità (quella del campo, che va oltre il mero conteggio dettato dal tabellino), è che la squadra della Torre per larghi tratti ha tenuto in mano il pallino del gioco e ha creato occasioni. Tuttavia la sconfitta è netta, inesorabile e senza dubbio giusta. Ogni volta che la Salernitana si affaccia oltre la metà campo raggiunge il volto rossocrociato con un pugno preciso, un montante che stordisce. Che sia per una guardia montata male (il primo gol preso ha dell’incredibile) o per una magia degli avversari, o per un’azione convulsa, il risultato non cambia. Palla in porta e Perilli a raccattarla. Quattro cazzotti per un ko terrificante. Come la mettiamo?

Incidente di percorso, c’è da augurarselo e lo crediamo. Qualcosa di analogo accadde anche l’anno scorso alla undicesima giornata: il Pescara triturò il peggior Pisa della stagione che ne uscì con le ossa rotte come non mai. Poi D’Angelo e soci seppero subito riprendersi, abbassando la cresta allo Spezia e poi fermando il Cittadella. Il calendario, attuale, certo non aiuta. Martedì arriva all’Arena il Monza dei milionari quindi venerdì si chiude la settimana di fatiche contro la ‘bestiaccia’ Empoli. Come a dire: non proprio due partite sulla carta agevoli, ma tant’è. Questo vuole il Destino. In più, alle nostre spalle, troviamo due pareggi stretti-stretti che – ripensandoli oggi – danno ancor più fastidio e alzano il livello di attenzione.

Raccontare il match dell’Arechi è un esercizio di stile che rischia di servire a poco. Senza Vido – affaticamento muscolare – Masucci e Marconi formano il duo d’attacco. In difesa il ritorno di Benedetti e di Belli segnano un esordio stagionale negativo. Dopo che il portiere campano Belec decide di estrarre dal cilindro un miracolo su Gucher – e al Pisa viene annullato (giustamente) un gol in fuorigioco –, è la Salernitana a fare male. Belec smarca Tutino con un lancio da 70 metri. L’attaccante si beve l’intera retroguardia in velocità e insacca. Nella ripresa ancora Belec arriva a mettere la sua manona slovena nell’angolino basso della porta dopo il colpo di testa di Marconi. Quello che sembra l’atto di una riscossa, invece, diviene l’apice prima del disastro. Sul 2-0 Tutino stordisce Benedetti con una meraviglia della tecnica, ma a insaccare è il polacco Kupisz. Nella terza rete – forse viziata da un fallo su Soddimo – ancora Tutino fa il bello e il cattivo tempo giocando a biliardo con Perilli. Il quarto gol trasforma la resa in desolazione. Lo specchio della confusione che ormai regna nelle file nerazzurre lo si percepisce nelle parole che D’Angelo rivolge a uno dei suoi centrocampisti fuori posizione: "Guarda dove sei! Sei la mezzala! Fai un po’ tu...!". Nel finale resta comunque un po’ di orgoglio, quanto basta per trovare un rigore che Marconi trasforma.

E ora? Ogni sconfitta offre, in qualche misura, un’occasione di riscatto. E’ vero che la matematica nel calcio è un’opinione ma, questo Pisa è composto dallo zoccolo irriducibile dell’anno scorso. Uno spirito mai domo che certo non deve spegnersi di fronte alla tempesta di Salerno, anzi il vento nerazzurro tragga da questa batosta nuovo vigore. Altrimenti presto saranno guai.