D’Angelo rivoluziona il Pisa in cinque mosse

Il recupero dei singoli, l’esperienza al comando e soprattutto concetti chiari: ecco perché il cambio in panchina ha dato la scossa

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di Michele Bufalino

 

Alla prima uscita di D’Angelo in campionato il Pisa si è ritrovato completamente trasformato e l’impronta del tecnico si è vista fin da subito. Per chi lo conosceva è stato come tornare in bicicletta, per i nuovi – invece – l’approccio è stato più che positivo. Ma come ha fatto D’Angelo a cambiare il Pisa? Ecco le sue prime cinque mosse.

1) Conoscere la categoria

D’Angelo, come spesso ha fatto nei suoi quattro anni di avventura pisana, è ripartito dalle certezze, schierando subito quei giocatori che conoscono appieno la categoria. Fuori dai titolari Morutan e Jureskin (che però sono entrati a gara in corso) perché tra coloro che hanno lavorato di più col tecnico in queste settimane e fuori Esteves e Rus che avranno modo di capire rapidamente anche i concetti di D’Angelo. Dentro tutti quei giocatori che potevano comprendere subito i dettami tecnico-tattici dell’allenatore e massimizzare il risultato.

2) Concetti chiari

Il calcio di D’Angelo, in queste settimane di lavoro a San Piero a Grado, ha dato molte meno cose per scontate rispetto a quello di Maran. Per chi ha potuto vedere gli allenamenti settimanali, si è notato subito come, a differenza dell’ex allenatore nerazzurro, D’Angelo invece spiegasse nel dettaglio passo dopo passo con chiarezza cosa voleva dai suoi calciatori, coadiuvato dal suo secondo Riccardo Taddei e dal suo staff che quest’anno ha anche un paio di nuovi elementi. Forse è questo il modo migliore di aiutare e seguire anche quei giocatori che si avvicinano solo adesso alla Serie B.

3) Collettivo al centro

Il Pisa a Perugia è sembrato come una vera e proprio orchestra che suonava all’unisono, in cui l’occupazione degli spazi e il gruppo sono emersi in maniera vibrante. Pensiamo anche a Morutan correre per tutto il campo in pressing sui portatori di palla avversari, che non ha mai pensato neanche per un secondo di mollare in fase difensiva. Non sarà un uomo solo al comando, ma D’Angelo ha dimostrato di essere il perfetto direttore d’orchestra.

4) I trasformati

Ne è uscito trasformato anche Idrissa Tourè, su cui il tecnico pescarese ha cucito addosso un vestito perfetto per la partita di ieri, andando a cercare di tagliare i rifornimenti degli avversari, con un pressing asfissiante e diverse incursioni in fase offensiva e difensiva sulla parte destra del campo. In ottima ripresa anche Beruatto e Sibilli che con Maran avevano avutoun brusco calo.

5) Gliozzi come Marconi

Lo aveva detto in conferenza stampa nel scorso della sua presentazione, ma chi lo conosce sa che ne era un estimatore da tempo. A D’Angelo Ettore Gliozzi è sempre piaciuto e il giocatore è stato vicino, anche in passato, al vestire la maglia del Pisa. Sull’ex attaccante del Como l’allenatore del Pisa vede un potenziale Michele Marconi, con spiccate doti di finalizzazione, altruismo, partecipazione alla manovra in fase di possesso e non possesso.