Tafferugli di Empoli, otto assoluzioni per gli ultras del Pisa

La Corte d'appello di Firenze ha scagionato i tifosi coinvolti negli scontri di Pisa-Brescia del settembre 2016 dall'accusa di danneggiamenti

Il giorno degli scontri di Pisa-Brescia (Fotocronache Germogli)

Il giorno degli scontri di Pisa-Brescia (Fotocronache Germogli)

Pisa, 22 febbraio 2019 - C'è stato bisogno di quasi due anni e mezzo d'attesa e del ricorso in Corte d'Appello di Firenze. Ma alla fine un briciolo di giustizia è stata fatta: sono stati assolti con formula piena dall'accusa di aver danneggiato una gazzella della forze dell'ordine, infatti, gli otto ultras nerazzurri arrestati e subito dopo scarcerati nel settembre 2016 ad Empoli prima di Pisa-Brescia quando i tifosi delle due squadre furono fatti transitare dalla stessa strada e ora per accedere al “Castellani”.

Soltanto un briciolo, però. Perché è rimasta in piedi, sia pure solo parzialmente, l'altra accusa, quella di di resistenza a pubblico ufficiale, nonostante l'ottimo lavoro dell'avvocato Giulia Padovani.Anche se le pene sono state nettamente ridotte e anche questo è significativo: in primo grado, infatti, andavano da un minimo di dodici a un massimo di quattordici mesi; in appello, invece, si sono fermate a otto mesi.

Non è una vittoria, tutt'altro. Ma è, comunque, un barlume di luce su una vicenda su cui la verità, anche e soprattutto giudiziaria, è ancora tutta da scrivere. Perché dopo i cosiddetti “fatti di Empoli”, insieme agli otto arresti, arrivarono anche quasi ottanta daspo e per coloro che hanno ricevuto questo provvedimento la giustizia rimane ancora un miraggio.

Sono passati due anni, cinque mesi e altrettanti giorni dal 17 settembre 2016, giorno di Pisa-Brescia, disputata al “Castellani” di Empoli per l'inagibilità dell'Arena Garibaldi. Erano già cominciate le collette e le altre migliaia di iniziative per realizzare il “Parco di Mau” che, nel frattempo, è stato completato e inaugurato (il 6 gennaio scorso). In due anni e mezzo, grazie al contributo e al protagonismo degli ultras nerazzurri, inclusi molti degli accusati, si è arrivati dalla progettazione al taglio del nastro di un area a verde attrezzata, pubblica e accessibile a tutti, a cominciare dai diversamente abili, lungo il viale delle Piagge.

La giustizia sui “fatti di Empoli”, invece, non ha ancora compiuto nemmeno un passo: «A che punto siamo? Più o meno sempre all'inizio – allarga le braccia l'avvocato Lorenzo Contucci, il legale romano che, insieme ad Andrea Bottone, assiste la gran parte dei daspati nerazzurri -: siamo ancora in attesa del giudizio primo grado».