"Che derby fra Romeo e Maestrelli". Pisa-Lucchese nei ricordi di Adolfo Anconetani

Figlio del ''Presidentissimo'', è stato il suo braccio destro sia nel biennio in rossonero che nell'epopea nerazzurra. "Un pronostico? Il Pisa è più forte, ma guai sottovalutare l'impegno''

Adolfo Anconetani, figlio del ''previdentissimo'' Romeo

Adolfo Anconetani, figlio del ''previdentissimo'' Romeo

Pisa, sabato 24 febbraio 2018 - Quello che ha fatto più male è stato l'ultimo, quanto meno fra quelli vissuti ai vertici del Pisa Sporting Club. Campionato di serie B 1993-94: «Perdemmo uno a zero a Lucca, condannati da una rete di Russo all'inizio della ripresa e anche quella sconfitta ci condannò alla scomparsa perché con un pari allo spareggio con l'Acireale sarebbe andato il Pescara e, quindi, non ci sarebbe stato alcun fallimento del Pisa Sporting Club e la storia sarebbe andata avanti» racconta riavvolgendo il nastro dei ricorsi Adolfo Anconetani, figlio e braccio destro del “Presidentissimo” Romeo, sia nel biennio con la Lucchese che nell'epopea nerazzurra. Il derby più bello, invece, è quello di 39 anni fa, sempre al “Porta Elisa”: «Vincemmo 1-0 grazie ad una rete di Barbana e quei tre punti furono decisivi per la promozione in B: noi iniziavamo la scalata al grande calcio mentre la Lucchese, alla fine di quella stagione, retrocesse in serie B».

Chiacchierare con Adolfo Anconetani significa, inevitabilmente, fare un viaggio indietro nel tempo e tornare a quando di qua dal Foro comandava Romeo e di là Egiziano Maestrelli, storico patron della Lucchese che, con Orrico, arrivò anche a sfiorare la serie A. «Un altro grande uomo di calcio: posso dirlo perchè eravamo amici di famiglia. Ci rimase male perché non gli cedemmo Taccola, ma ce lo aveva chiesto anche l'Inter. Che cosa ha avuto in meno rispetto a noi? Un po' di fortuna e poi, forse, quel pizzico di rudezza che nel calcio come nella vita è necessaria: Romeo, quando c'era da sbattere qualche pugno sul tavolo, non si tirava indietro; Maestrelli, invece, a volte era troppo buono». Così alla fine nella bacheca del Pisa sono finiti quattro campionati vinti, di cui tre promozioni dalla B alla A, due Mitropa Cup e anche «due Coppe Disciplina per il comportamento dei tifosi» ricorda Adolfo Anconetani. Che coglie la palla la palla al balzo anche per lanciare un appello all due tifoserie: «Per domenica spero in un derby acceso in campo e colorato, ma corretto, sugli spalti. Per dirla con le parole di mio padre: “ragazzi, mi raccomando, le mani in tasca”».

In campo, sulla carta, non dovrebbe esserci storia: «La Lucchese sta attraversando un periodo di grave crisi, mentre il Pisa è una formazione in salute e costruita per vincere: guai, però sottovalutare l'impegno perché i derby sono sempre partite speciali». Al vertice del club nerazzurro, adesso, c'è la famiglia Corrado: «Mi sembrano persone serie e con progetti ambiziosi. Però ho sentito in tv che stanno pensando di cambiare il nome dell'Arena Garibaldi, attualmente intitolata a “Romeo Anconentani”: spero non sia vero, mi sembrerebbe una caduta di stile».