''Pisa credici, ma occhio a Trapani e Catania''

L'ex allenatore del Lecce Pasquale Padalino ''legge'' i play-off: ''Alessandria e Cosenza sono le mine vaganti, ma i nerazzurri hanno tutto per arrivare fino in fondo''

L'ex allenatore del Lecce Pasquale Padalino

L'ex allenatore del Lecce Pasquale Padalino

Pisa, giovedì 9 maggio 2018 «Per il potenziale dell'organico dico Catania e Trapani. Poi aggiungo Alessandria e Cosenza, ottime squadre che arrivano ai play-off in uno stato di grazia». Eccole qua le quattro avversarie da battere, o da evitare, agli spareggi promozione, secondo Pasquale Padalino, l'ex tecnico di Lecce e Grosseto, quest'estate seguito a lungo anche dl Pisa. Insieme ai nerazzurri, perché sul punto l'ex braccio destro di Ventura (è stato il suo vice a Verona e proprio negli anni trascorsi all'ombra della Torre dall'ex ct della nazionale) proprio non ha dubbi: «Il valore del complesso non si discute e a mio parere aveva anche le carte in regola per puntare alla promozione diretta: penso abbia un po' pagato l'instabilità nella conduzione tecnica, con tre cambi in panchina, ma ai play-off ha tutto per arrivare fino in fondo». Dunque per lei il Pisa non è una delle grandi deluse del campionato? «Finora un po' sì, nel senso che per le potenzialità, avrebbe potuto sicuramente fare qualcosa in più, ma aspetterei ad esprimere verdetti: la stagione non è ancora finita e se conquistano la promozione attraverso i play-off, centrano comunque l'obiettivo d'inizio stagione». Con più stabilità in panchina all'ombra della Torre le cose potevano andare diversamente? «Non è detto. Forse è stato un po' frettoloso l'esonero di Gautieri: in fin dei conti con lui la squadra viaggiava alla media di 1,8 punti a partita, che è di poco inferiore a quella che serve per puntare alla promozione. Ma eravamo ancora ad inizio stagione e il Pisa aveva cambiato tanto. Qualche giustificazione c'era. Poi è arrivato Pazienza e lì, forse, il Pisa ha pagato un po' dazio all'inesperienza, soprattutto nella fase cruciale quando poteva allungare e andare a prendere il Livorno ...» Ora c'è Petrone. «Per lui parlano i risultati e la carriera. Però ha avuto solo cinque partite a disposizione: per arrivare primi sarebbe servito un mezzo miracolo». Lo conosce? «L'ho affrontato da avversario quando lui era ad Ascoli e io a Grosseto. Gli piace un calcio propositivo e offensivo. Ovviamente per riuscire a praticarlo deve avere anche gli interpreti giusti, ma al Pisa gli elementi pericolosi negli ultimi trenta metri non mancano». Catania e Trapani saranno le avversarie da battere? «Per il potenziale che possono mettere in campo sicuramente, anche se dovranno gestire la delusione per la mancata promozione. Per questo guardo con interesse anche ad Alessandria e Cosenza: sono formazioni competitive che erano partite malissimo e che, dopo il cambio di allenatore, si sono messe a correre. Possono essere le mine vaganti» Vede all'orizzonte anche qualche possibile sorpresa? «Dico Monza. E' una neopromossa che andata molto oltre le previsioni d'inizio stagione ed è anche una delle squadre più piacevoli da vedere della serie C: negli ultimi mesi ha anche acquisito una notevole consapevolezza delle proprie potenzialità e scenderà in campo con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere». Il Siena che ruolo potrà giocare? «E' una squadra importante, ma che in campionato secondo me è andata anche oltre le proprie potenzialità e nelle ultime settimane mi è parsa un po' scarica». Nessuna squadra del girone B potrà essere protagonista ai play-off? «Reggiana e Sambenedettese potranno dire la loro. Ma sono reduci da mesi un po' travagliati, sia pure per ragioni diverse, che hanno un po' logorato le squadre: la prima per questioni societarie, la seconda per i rapporti fra dirigenza e staff tecnico».