Pillole di storia. Birindelli e gli altri pisani cresciuti nella cantera dell'Empoli

Alessandro Birindelli è il più famoso: partito da San Frediano è arrivato fino alla Juve e alla Nazionale passando dal vivaio azzurro. Ma guai dimenticare Fabbrini, Marianini, Pratali, Ricci e Fantacci ...

La maglia della nazionale di Alessandro Birindelli

La maglia della nazionale di Alessandro Birindelli

Pisa, 16 febbraio 2020  - L'ultimo in ordine di tempo è Samuele Ricci di Pontedera, 18 anni, play-maker con già 16 presenze in cadetteria. Ma sono tanti i talenti pisani che negli ultimi venti anni sono sbocciati nella “cantera dell'Empoli”, spesso senza mai avere neppure lambito il vivaio nerazzurro: da Pratali a Fabbrini passando per Marianini fino ad arrivare a Fantacci. Il più noto, però, è senz'altro Alessandro Birindelli, il papà del nerazzurro Samuele, partito da San Frediano (Cascina) e arrivato fino alla nazionale con la quale ha collezionato sei presenze (nella foto la sua maglia azzurra donata alla collezione di Juri Bianchi). In mezzo c'è stata soprattutto la Juventus: quasi duecento presenze, con tre scudetti, altrettante supercoppa italiane e … una promozione in A dato che rimase in bianconero anche nella stagione della retrocessione a tavolino in cadetteria per lo scandalo del calcio scommesse.

Il trampolino di lancio, però, è stata l'Empoli di Luciano Spalletti: fu il tecnico di Certaldo, infatti, ha intravedere le qualità di quel giovane laterale destro di difesa e ha lanciarlo in prima squadra. Quattro stagioni in azzurro condite ,da due promozioni – prima dalla C1 alla B e poi il salto in serie A- che gli valsero la chiamata di un altro grande tecnico toscano, ossia Marcello Lippi da Viareggio che lo volle alla Juve facendone uno dei suoi fedelissimi. In bianconero ha giocato con i più forti: da Zidane a Del Piero, passando per Pippo Inzaghi, Nedved, Trezeguet e Ibrahimovic. In testa, però, quel chiodo fisso di indossare almeno una volta con la maglia della sua squadra del cuore che era e rimane il Pisa. Lo realizzò nel 2008, capitano di quel Pisa di Ventura che era stata la sorpresa del torneo cadetto nella stagione precedente. L'epilogo, però, fu disastroso: retrocessione e conseguente fallimento nell'anno della disastrosa gestione Pomponi. Una ferita ancora aperta per uno che, dopo una sfida scudetto in serie A, domandava sempre il risultato del “suo” Pisa, che galleggiava nell'anonimato della terza serie.

C'è sempre un lieto fine, però. Lo sta scrivendo suo figlio Samuele, 19 anni, colonna del Pisa di D'Angelo con già più di 100 presenze in nerazzurro. Lui nel Pisa ci è nato e cresciuto, segno forse che qualcosa sta cambiando anche a livello giovanile. Per il tecnico abruzzese «è il 1999 più forte di tutta la serie B».