Perugia-Pisa, la vendetta di Iemmello. Amaro ko al Curi

Il nemico giurato dei nerazzurri punisce la squadra di D’Angelo. Una gara di sostanza, ma non basta. Preoccupa l’infortunio di Varnier

Un momento del big match contro il Perugia (foto Crocchioni)

Un momento del big match contro il Perugia (foto Crocchioni)

Perugia, 4 ottobre 2019 - La notte perugina ha un sapore opposto al suo più famoso cioccolatino: il «bacio». Un bacio di Giuda, a ben vedere. Non a caso a firmare la prima sconfitta esterna stagionale è quel Pietro Iemmello che disdegna i colori nerazzurri tanto da aver festeggiato la retrocessione pisana in serie C sul proprio profilo Instagram. Ulteriore beffa è che il gol che decide la partita sia stato confezionato proprio su quell’asse ex Foggia – Di Chiara-Iemmello, appunto – che nella finale playoff 2016 lasciò la festa a Gattuso e soci. Nel palato rossocrociato, così, permane un retrogusto amaro quasi fondente. Un fastidioso ronzio che recrimina su quel che è stato e invece poteva essere.

E dire che il Pisa non ha demeritato, tutt’altro. Il 5-3-2 (o 3-5-2, che dir si voglia) disegnato in avvio D’Angelo ha il difetto strutturale di concedere agli umbri l’uno contro uno sulle fasce ma, al tempo stesso, offre l’opportunità di pungere con ripartenze veloci. Un sistema di gioco solo all’apparenza guardingo poiché, in realtà, Marconi e Masucci sono accompagnati in ogni proiezione offensiva da almeno 2-3 compagni. Così, avviene che le occasioni migliori del primo tempo, fino alla rete del bomber del Grifone, portino tutte il timbro pisano.

Il mister era stato facile profeta: «Sfide tanto incerte saranno decise da episodi» aveva vaticinato alla vigilia. E tanto è stato. L’equilibrio è spezzato alla mezzora da Iemmello e solo allora il Perugia ha trovato coraggio – e di conseguenza anche campo – sfiorando il raddoppio e centrando un palo ancora col suo bomber d’autore. Nella ripresa i ritmi restano alti e l’idea di calcio proposta dai nerazzurri si conferma per buoni tratti interessante. Le trame di gioco si intensificano pur tuttavia mancando lucidità nella fase dell’ultimo passaggio. La conseguenza non è quanto di più logico attendersi: il Pisa – pur mantenendo una prestazione di sostanza – col passare del tempo offre sempre meno la sensazione di poter pareggiare. La sparata a salve di Marconi a «tu per tu» con Vicario su imbucata di Verna rimane l’unica vera chance del secondo tempo. Il tecnico le prova tutte: cambia modulo passando alla difesa a quattro, poi inserisce Minesso e Fabbro per dare sostanza alla fase offensiva. Ma così mette a nudo una coperta corta: le assenze di Moscardelli e Asencio là davanti si fanno sentire. La tegola finale, con l’infortunio al ginocchio di Varnier, è forse l’epilogo peggiore che si spera possa essere mitigato dai 15 giorni di stop del campionato.

Pur tuttavia un messaggio chiaro arriva dal Curi: il Pisa può lottare contro chiunque. Anche se è ancora troppo presto per dire dove potrà arrivare.