Ristrutturazione dell'Arena Garibaldi, l'ordine degli architetti boccia l'idea

La presa di posizione in un lungo comunicato

Uno scorcio dell'Arena Garibaldi

Uno scorcio dell'Arena Garibaldi

Pisa, giovedì 12 ottobre 2017 - Le ipotesi di ristrutturazione dello stadio sono tutte belle e «dall'indubbia qualità intrinseca».

Non solo quella selezionata e attorno a cui sarà costruita la progettazione preliminare, ma tutte le sette presentate nella serata del 25 settembre. Il punto, però, non è questo per il consiglio dell'ordine degli architetti che, nella giornata di ieri, ha nuovamente preso posizione con un lunghissimo comunicato. Il problema, infatti, è che «i progetti visionati prevedono che un’ampia porzione di città, già sottoposta a fruizione fuori scala, subisca trasformazioni e modifiche del carico urbanistico tali da condizionare fortemente ogni prospettiva di qualità residenziale e urbana» si legge nel documento che arriva ad appena ventiquattro di distanza dalla scelta della proposta dello studio Iotti-Pavarani da parte del Comitato tecnico di cui fa parte anche Rino Pagni, consigliere dell'ordine degli architetti in rappresentanza dell'ordine professionale, quale l'ipotesi di ristrutturazione dell'Arena Garibaldi che nelle prossime settimane sarà presentata al comune.

E, infatti, l'ordine professionale rimarca più volte la qualità non solo del progetto selezionato, ma di tutti quelli che hanno partecipato al concorso d'idee: «Pensiamo che le trasformazioni urbanistiche proposte per l’area dello stadio affrontino con competenza e qualità le questioni connesse alla riqualificazione e rigenerazione di una struttura fuori scala.

Lo fanno più ancora quando si mantengono sotto il limite di gronda dei fabbricati esistenti e quando la loro forma tenta di essere discreta, di rispettare la vita e lo spazio circostante, dimostrando una personalità propria, non evocativa dei monumenti di Piazza del Duomo, unicum architettonico a livello mondiale».

La questione è proprio la collocazione dello stadio: «Tuttavia riteniamo che il presupposto sul quale la progettazione è costretta a operare, vale a dire il mantenimento di un oggetto fuori scala in un sito evidentemente non più idoneo alle istanze di moderna fruizione, non sia coerente con l’atteso miglioramento della qualità urbana e dei servizi, misurabile nella qualità della vita degli abitanti e di chi questa città frequenta per turismo e per lavoro. Una scelta di riqualificazione urbana dell’Arena Garibaldi con funzioni a carattere sociale, e contestuale localizzazione in spazi idonei di impianti sportivi di grandi dimensioni con le moderne caratteristiche di fruizione commerciale, sarebbe una scelta amministrativa lungimirante a favore delle generazioni future».