''Giocare d'agosto? Si può fare''. Il presidente Corrado sul futuro del campionato di B

''L'importante è chiudere la stagione, non farlo avrebbe effetti economici pesantissimi''. E sul progetto stadio: "Ci saranno ritardi inevitabili ma andiamo avanti''

Giuseppe Corrado all’Arena

Giuseppe Corrado all’Arena

Pisa, 28 marzo 2020 - «Quando sarà superata la pandemia valuteremo i modi più opportuni, ma il campionato va finito, anche a costo di giocare in agosto». Parla da Parma il presidente del Pisa Giuseppe Corrado, ai microfoni di Punto Radio. Dalla casa di famiglia, dove si era fermato subito dopo la vittoria sul Livorno nel derby ed è rimasto dopo il decreto “Io Resto a Casa”. Sempre concentrato, però, sul presente e il futuro del Pisa, con tante “partite” in stand-by, ma da preparare al meglio per farsi trovare pronti quando la macchina si rimetterà in moto. «La Lega di B sta lavorando su quattro scenari: il più ottimistico prevede di ricominciare ad inizio maggio, dopo un paio di settimane di allenamento mentre il peggiore è l'eventualità di non ripartire. In mezzo ci sono un paio d'ipotesi d'intermedie: ricominciare a maggio inoltrato o anche quella di sospendere il campionato e ripartire in estate». C'è solo uno scenario che il patron nerazzurro vorrebbe assolutamente evitare: «Non riprendere a giocare avrebbe un impatto economico pesantissimo, anche sui conti di società sane come la nostra – dice -. Per questo, compatibilmente con le esigenze di carattere sanitario cui va la massima priorità, dobbiamo fare di tutto per completare la stagione: giocare in estate, chiudendo a fine agosto per ricominciare a ottobre, a mio parere non sarebbe un problema. Vorrà dire che, in B, il prossimo anno non faremo la pausa di gennaio e, magari giocheremo una volta ogni tre giorni: sarà necessario avere organici pi folti? Meglio per i calciatori, ci saranno più posti di lavoro».

Le ripercussioni economiche, in caso di sospensione, potrebbero davvero essere pesanti «non solo per i mancati incassi: c'è il nodo dei diritti televisivi e poi le questioni delle sponsorizzazioni, dei benefit collegati alla valorizzazione dei calciatori in prestito che scattano al raggiungimento di determinati obiettivi e la perdita di valore del patrimonio della società: se i calciatori non scendono in campo, infatti il loro valore si riduce. Una stima? Difficile farla adesso: ma non credo di andare troppo lontano dalla realtà se dico che potrebbe aggirarsi attorno fra il 30 e il 40% dei costi di gestione, che per il Pisa sono circa 10 milioni di euro». Insomma, fra i tre e i quattro milioni

Un impatto ci sarà anche sul progetto stadio. Ma la volontà del club nerazzurro rimane di dare alla città una “nuova Arena”: «Siamo già in ritardo rispetto alla tabella di marcia perché questo mese ci sarebbe dovuto essere l'approvazione della variante che comprensibilmente, è slittata a data da destinarsi. I tempi dovranno essere ricalcolati una volta che saremo fuori dalla pandemia, ma la nostra intenzione non è cambiata perché sono immutati i nostri obiettivi». Il progetto, infatti, è lo stesso che li ha convinti, ormai tre anni e mezzo fa, a scommettere sul Pisa: «Siamo ambiziosi e, dunque, è normale guardare anche alla serie A: questa doveva essere una stagione di transizione ed eravamo in linea dato che ci mancano sette o otto punti per guadagnarsi la permanenza in categoria. Ma stiamo già lavorando al futuro».