''Il gol della vita''. Parla Viviani, il pisano che decise l'ultimo derby

''Senza dubbio la rete più importante della mia carriera. Come andò? Io bruciai sullo scatto Grandoni, il resto lo fece Genevier mettendo la palla al posto giusto''

L'ex nerazzurro Federico Viviani

L'ex nerazzurro Federico Viviani

Pisa, sabato 25 novembre 2017 - «Pisa-Livorno è la partita per antonomasia. Da pisano, comunque, tutte le volte che ho incrociato il Livorno per me è sempre stato un derby: sicuramente quando ho avuto la maglia nerazzurra addosso ma anche quando le volte in cui ho giocato in altre squadre». Gli bastava vedere amaranto per caricarsi a Federico Viviani, 36 anni, difensore centrale pisano, cresciuto con la maglia nerazzurra che il 14 febbraio 2009 ha firmato il gol decisivo nella vittoria per 2-1 del Pisa nell'ultimo derby disputato all'Arena Garibaldi.

Davvero sentiva così tanto la rivalità con i livornesi?

«La sento anche ora se è per quello. Ma non vorrei essere frainteso: sto parlando di rivalità sportiva e calcistica. Sotto questo profilo per me battere il Livorno ha sempre avuto un gusto particolare. Ma penso sia comprensibile: sono pisano e ho fatto tutta la trafila nella squadra della mia città, fino ad arrivare in prima squadra».

Quindi, quel gol di otto anni fa se lo ricorda ancora?

«Fotogramma per fotogramma (ride ndr). Come potrei dimenticarlo? Il Pisa non vinceva un derby da 32 anni e quella volta facemmo risultato pieno grazie ad una mia rete».

Riavvolgiamo il nastro allora.

«Ero a centrocampo che “bubbolavo” ancora perché pochi secondi prima il Livorno aveva pareggiato con una punizione di Diamanti. Però Alvarez si conquistò una punizione sulla fascia destra, quasi all'altezza della bandierina e io andai in area a saltare, scattando proprio all'altezza del secondo palo, bruciando in velocità Grandoni. Ricordo di averlo proprio pensato: “Se la mette qui, non sbaglio”. E il pallone calciato da Gael (Genevier ndr) arrivò proprio dove avevo previsto e insaccai di testa».

Dopo?

«Ecco, è la parte che ricordo meno (ride ndr). Rimasi quasi imbambolato dalla gioia, fermo in mezzo al campo ad aspettare l'abbraccio dei compagni. E' il gol più importante che ho segnato nella mia carriera. Mi rimane solo il rammarico di non aver potuto festeggiare davanti a tanti amici che erano fuori: anche allora, infatti, la partita ebbe molte restrizioni e per motivi di ordine pubblico poterono accedere allo stadio solo gli abbonati».

Pisa-Livorno una partita maledetta?

«Non saprei. Però gare del genere vanno giocate davanti ai tifosi: senza non è più calcio».