Il Cascina vuol andare via. Il calcio rischia di sparire

Ponsacco, San Giuliano, Forcoli e Perignano alla finestra per il titolo in serie D. Rollo contro il Comune: "Impianti inadeguati e nessun tipo di sostegno"

Valerio Sisti, presidente del Cascina

Valerio Sisti, presidente del Cascina

Cascina, 5 giugno 2022 - Sono giorni frenetici in casa Cascina. La terza società della provincia – dopo il Pisa SC e il Pontedera – non ha intenzione di restare nel comune: troppi problemi organizzativi e, di conseguenza economici, nonostante tre stagioni da sogno, l’ultima culminata con una strepitosa salvezza in rimonta in serie D. Valerio Sisti, presidente del Cascina sostiene di non trovare appoggi nella sua gestione. Il Cascina è costretto a giocare su un campo assegnato dalla precedente amministrazione comunale alla società Atletico Cascina, che ha in gestione lo stadio comunale Redini, ma le condizioni del terreno sono imbarazzanti per la categoria. Oltretutto il Redini è l’unico stadio della serie D, un campionato nazionale, senza impianto di illuminazione. Il terreno non è disponibile per gli allenamenti così la squadra nerazzurra si trova costantemente alla ricerca di un campo per allenarsi nei posti più disparati.

Dunque la società cerca un nuovo approdo. A pochi chilometri vi sarebbe una soluzione eccellente e blasonata per la categoria: Ponsacco, realtà precipitata in Promozione. L’amministrazione ponsacchina sarebbe ben lieta di accogliere la dirigenza cascinese ma ancora non si trova ancora l’accordo sulla formula: cambio di denominazione o fusione? Se fosse fusione bisognerebbe valutare la situazione debitoria dell’attuale Ponsacco Fc.

All’orizzonte, pur di non restare a Cascina, si sono fatte avanti altre ipotesi: San Giuliano, Forcoli, ma anche Perignano.

Prende posizione sull’argomento anche il Gruppo Consiliare di opposizione ‘Valori e Impegno Civico Dario Rollo’. "A Cascina, il calcio rischia di sparire – denuncia Rollo – e l’ultimo appello lanciato dal presidente Sisti non lascia presagire nulla di buono. La possibilità che il titolo lasci Cascina è reale perché purtroppo c’è un’amministrazione comunale assente. A Cascina sono ricominciate le "dinamiche" che hanno contraddistinto il nostro territorio per decenni, non solo nel calcio. Associazioni che possono ed ottengono tanto, ed altre che invece sono costrette ad "elemosinare" il campo e fare salti mortali. Non sono bastati i risultati sportivi ottenuti dal Cascina per risolvere i problemi impiantistici e finanziari. Non sono stati effettuati i lavori necessari allo stadio "Redini" e non si è dato seguito all’iter avviato dalla passata amministrazione in merito alla riqualificazione dell’intera area sportiva "Spazzavento". Un progetto che avrebbe dovuto unire diverse società. Invece l’attuale amministrazione ha rinnovato nel 2021 la gestione degli impianti alla solita società sportiva per tre anni (senza bando di gara e che li utilizzava già con una proroga tecnica dal 2019) e approvati lavori nell’area "ex campi di tennis" usando "escamotage" per superare i vincoli urbanistici. È bene ricordare che la serie D è di tutta la città. Invece sembrerebbe che ci siano personaggi che vorrebbero tutto: il calcio e anche il nome "Cascina". E pensare che tra due anni si festeggerà il centenario della nascita del calcio a Cascina (nel 1959 il Cascina si laureò Campione d’Italia Dilettanti)".