Baluardi, colonne, protagonisti e, in un caso, anche capitani. Sono i tre giocatori su cui il Pisa si è retto da inizio campionato e che hanno vissuto da vicino prima la crisi e poi la risalita, facendo parte direttamente del percorso di crescita di Luca D’Angelo. PIETRO BERUATTO - Il più emblematico della squadra, nonché vera colonna portante, è Pietro Beruatto. Non è solo il calciatore ad aver giocato di più, con 1045 minuti tra coppa e campionato, grazie alle sue 11 presenze nel campionato cadetto. Riscattato in estate dalla Juventus per 2.1 milioni di euro, aveva avuto anch’esso un inizio opaco. Da una parte le scorie di una finale persa col Monza, dall’altra un Maran che non lo lasciava esprimersi al top sulla fascia, volendolo più bloccato e meno offensivo. Le voci di mercato con Lazio e Salernitana lo avevano messo al centro delle cronache, per poi raggiungere il punto più difficile anche in risposta ad alcuni tifosi che gli esprimevano critiche sui social. Con D’Angelo invece è rinato, tornando ad essere il giocatore indispensabile sulle fasce, lasciandosi andare alle coccole dei suoi supporter a San Piero a Grado e ritrovando fiducia nei propri mezzi. Beruatto è la personificazione del percorso di rinascita di Luca D’Angelo. ADAM NAGY - Concreto e sempre protagonista in mezzo al campo. L’ungherese Adam Nagy, fresco di convocazione nella sua nazionale da parte di Marco Rossi, aveva percorso una via negativa, specialmente a inizio campionato. Lasciato in panchina contro la Reggina, aveva saltato anche la prima giornata forzatamente contro il Cittadella, venendo sempre preso di infilata contro Como, Genoa e Sud Tirol. All’arrivo del tecnico Luca D’Angelo sono arrivate 6 partite consecutive e solamente in un caso è stato sostituito, nel corrso del rocambolesco 3-3 contro il Palermo. Il ragazzo di Budapest è il secondo calciatore come numero di minuti disputati tra campionato e Coppa Italia con 956 minuti in 11 presenze, tutte da titolare. Ha anche collezionato due assist nel corso di questo primo terzo di campionato. MARIUS MARIN - L’ultima colonna portante della squadra nerazzurra è Marius Marin. Capitano, interprete, procuratore, è la guida spirituale, e non solo, della legione straniera rumena. Suo il merito di aver facilitato l’arrivo di Olimpiu Morutan e Adrian Rus insieme al suo agente Giovanni Becali, ma una rinnovata sicurezza di poter essere uno degli elementi centrali dello spogliatoio nerazzurro. Il ragazzo di Timisoara ha disputato 922 minuti tra campionato e Coppa Italia e in ben 8 occasioni su 11 ha indossato la fascia da capitano. Il suo unico difetto? E’ abbonato ai cartellini gialli. Ne ha ottenuti 6 con la media di più di un cartellino ogni due partite, venendo squalificato per una gioranta, senza poter scendere in campo col Modena. D’Angelo lo usa con parsimonia, dandogli sempre la possibilità di giocare titolare, tranne in un caso, la partita d’esordio contro il Perugia, quando Marin rientrava dalle nazionali. Michele Bufalino