AMNESIE NERAZZURRE

Clamoroso errore di Nicolas nel recupero. Il Pordenone pareggia

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di Saverio Bargagna

E’ possibile prenderla con filosofia: "Capita! Quello del portiere è un mestiere ingrato". La si può analizzare tecnicamente: "Aveva tutto il tempo per calciare, poi è andato in bambola". Arrabbiarsi: "Ma che diamine ha fatto?" oppure solidarizzare come una parte della gradinata: "Nicolas! Nicolas! Nicolas!". Comunque la si metta non occorre essere commissario tecnico della nazionale italiana – come Roberto Mancini ieri presente in tribuna all’Arena – per capire che il Pisa si è suicidato. La papera di Nicolas negli istanti finali scombina il risultato (perché il Pisa senza questo harakiri avrebbe sicuramente vinto) e cambia, in parte, anche il giudizio della giornata. Parliamoci chiaro: non è che il Pordenone abbia strafatto, tutt’altro. Ma i 19 punti di distacco fra la squadra di D’Angelo – prima della classe – e i friulani – ultimi, ma non moribondi – non si sono visti affatto sul campo. E questo, al di là dell’infortunio del portiere, è la vera nota dolente. A livello emotivo l’errore del brasiliano fa più male ed è più evidente, ma razionalmente bisogna ammettere che il Pisa abbia compiuto un passo indietro. Insomma, comunque la si rigiri, una giornata storta.

Anche lo svolgimento della partita non ha risposto alle attese: che sarebbe stato un pomeriggio difficile c’era da aspettarselo. Forse era lecito attendersi un Pordenone rintanato nella propria area per non prenderle e un Pisa a corto di varchi. Invece tutto questo non c’è mai stato. E’ stata una "normale" contesa di serie B con buoni tratti di dominio nerazzurro – soprattutto nei primi minuti –, ma anche con larghi spezzoni in cui è la compagine di Tedino a tagliare ogni rifornimento alle punte nerazzurre e tenere in mano il pallino del gioco. Nagy nella morsa di Petriccione, Lucca triplicato dai difensori, toccherebbe a Sibilli e Marsura approfittarne, ma così non avviene e la partita non decolla.

Tuttavia, col passare dei minuti, una differenza sostanziale si evidenzia: il Pisa calcia una volta, di testa, nella porta avversaria con Caracciolo e segna. Il Pordenone, che ci aveva provato in una occasione nel primo tempo, non lo fa. Sembra poco? Affatto. Ma anche la gestione post-vantaggio è troppo appannata: neppure un contropiede quando i giri del motore del Pordenone sono (appena) più caldi e magari gli spazi più vasti. Per carità, alla luce una classifica stellare, una vittoria del genere non sarebbe stata neppure un gran problema: avremmo parlato di una partita poco spumeggiante, ma il "succo" sarebbe finito lo stesso in cassaforte. Poi Nicolas (che resta un punto fermo e un signor giocatore) ci ha messo del suo, tentando un dribbling al limite dell’area in pieno recupero su Folorunsho, incartandosi sul più bello e lasciando all’attaccante la porta sguarnita per il più facile e clamoroso dei gol. E allora cambia tutto.

E ora? Occasione persa, ma guai a pensare di aver lasciato per strada punti decisivi. Il cammino è ancora così lungo e tanto articolato che vi saranno occasioni per recuperare quanto perso. Piuttosto è il calendario ad alzare il quoziente di difficoltà: giovedì big-match in posticipo contro la Cremonese; quindi lunedì ancora sfida d’alta classifica con Ascoli quindi domenica 7 novembre trasferta a Cittadella. A D’Angelo il compito di oliare di nuovo gli ingranaggi del motore e riproporre una macchina veloce e splendente come quella che filava via a inizio stagione.