Pisa, 3 settembre 2012 - IL BATTITO del Metarock è in crescendo. Dopo il Jump rock vs Metarock, toccherà al Teatro degli Orrori aperti dalla band toscana RHumornero. All’attivo hanno il secondo album autoprodotto "Il cimitero dei semplici" e di cui vi presentiamo in esclusiva sul nostro sito il video del nuovo singolo "Schiavi moderni" . Il clip, realizzato dall’artista visivo Fupete con un’originale tecnologia di disegno digitale dal vivo, è stato girato nel Teatro di Lari, borgo già eletto a luogo di creazione e registrazione dagli stessi Teatro degli Orrori e dagli Zen Circus. I RHumornero cavalcano con maestria il rock indipendente, senza mancare note grunge e metal, e producono testi considerati forse blasfemi da alcuni trasportando nella musica la parte più oscura dell’inconscio. Soprattutto in questo nuovo disco. Ricordiamo che con La Nazione i primi dieci che presenteranno il tagliando trovato sull'edizione cartacea potranno entrare gratis al concerto.

Forme di sterilità, la verità siamo soltanto una massa di morti che cercano soltanto di essere vivi tra mille prigioni e possibilità, sono solo alcune frasi di ‘Schiavi moderni’. Il vostro antidoto alla realtà che descrivete?
"La creatività, che può guarire dalla depressione e vale per ogni forma d’arte. Noi usiamo la musica per esorcizzare i nostri malesseri. Così facendo un problema non lo sentiamo più nostro, perché ne diventiamo spettatori".

Nel nuovo album, ‘Il cimitero dei semplici’, usate un linguaggio molto schietto…
"Da alcuni siamo stati un po’ criticati per questo, ma nella nostra nicchia è molto piaciuto. Vogliamo dire le cose per come stanno e il messaggio dei testi è stato molto apprezzato".

Qual è?
"Nella prima parte del disco parliamo di Fukushima, della televisione: basta accenderla ed è tutta una crisi. Siamo tutti nel terrore, e se hai terrore hai paura e sei hai paura è buono perché non fai niente. ‘La condanna’ ad esempio parla del dio denaro e della nostra devozione verso di esso. Ciò che non viene fatto per soldi viene considerato strano e di poco valore. Qui in Italia quando dici che fai il musicista ti chiedono: “Sì, ma che lavoro fai?”. Non è forse niente di nuovo e originale, ma noi lo diciamo".

E nella seconda parte del disco?
"E’ più intimista, c’è pure una canzone d’amore che è una poesia. Sono cose da letto, un diario. ‘Il cimitero dei semplici’, title tracking del disco, è la biografia di tutti noi, delle fasi della vita fino all’elaborazione del lutto, molto importante per la crescita personale".

Perché la scelta di autoprodurre il vostro album?
"Principalmente per provare quest’esperienza, per comprendere cosa vuol dire produrre un album dalla a alla z. La Venus che lo distribuisce ci ha dato una grossa mano, ma al 90% lo abbiamo fatto tutto noi. Questo è il futuro e volevamo essere preparati".

Com’è nata la collaborazione con l’artista Fupete con cui avete realizzato il video di ‘Schiavi moderni’?
"Siamo amici ed entrambi di Lari, paese fucina di artisti validi. Da tempo collaboriamo anche con l’associazione Scenica frammenti. Il video è completamente diverso, qui Fupete utilizza una tecnica mai usata prima. Non c’è post-produzione, è tutto fatto in diretta live. Nelle immagini dei nostri volti, e degli altri che ci hanno aiutato, si possono vedere negli occhi tutte le storie, che cercano di portare colore ai nostri tempi".

Talita Pistelli