Fuga di cervelli stop: talentuosa biologa rientra in Italia e sceglie la Sant'Anna

E' Giulia Furini. Obiettivo: contribuire allo studio della disfunzione dell’asse cuore cervello e gettare nuova luce sulle cause dell’invecchiamento

Giulia Furini e Vincenzo Lionetti

Giulia Furini e Vincenzo Lionetti

Pisa, 25 luglio 2018 - Un cervello di rientro. E' un talento che ha deciso di tornare in Italia, nello specifico all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per studiare la disfunzione dell’asse cuore cervello e contribuire a fare luce sui meccanismi alla base dell’invecchiamento, per prevenire le malattie neurodegenerative e cardiovascolari, la cui incidenza aumenta con l’avanzare dell’età.

Si tratta di Giulia Furini, giovane biologa che, dopo cinque anni di attività di ricerca in Inghilterra presso l’Università di Nottingham, torna nel nostro paese, dopo avere vinto una selezione pubblica per un posto di ricercatore, con assegno bandito dall’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Giulia Furini lavorerà allo sviluppo di un nuovo modello sperimentale di disfunzione dell’asse cuore-cervello, esperimento unico al mondo, presso l’Unità di Medicina Critica Traslazionale (Trancrilab), coordinata da Vincenzo Lionetti, docente di Anestesiologia all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna.

“Il progetto a cui si dedicherà Giulia Furini è parte integrante del grande programma di ricerca ‘ETHERNA’, già finanziato dalla Fondazione Pisa e coordinato da Antonino Cattaneo, professore di Fisiologia della Scuola Normale Superiore. ‘ETHERNA’ lo si può considerare il primo programma di ricerca della Federazione delle Scuole universitarie superiori pisane, a cui collaborano il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa e la Fondazione Toscana ‘Gabriele Monasterio’, come sottolinea Vincenzo Lionetti che continua così: “Grazie all’impegno di ricercatori appassionati come Giulia Furini, possiamo pensare con ottimismo al futuro, a quello del malato, ma anche a quello del nostro Paese”.