Nadia Chiaverini racconta "la sconcertante contemporaneità di Beatrice Hastings"

Il suo manifesto femminista, recentemente ripubblicato da Astarte, sarà presentato il 15 marzo alle Officine Garibaldi

Beatrice Hastings

Beatrice Hastings

Pisa, 8 marzo 2021 - Nel mese di marzo, tradizionalmente dedicato alle donna, la poetessa pisana Nadia Chiaverini introduce la figura di Beatrice Hastings, una intellettuale inglese dei primi anni del 900 il cui manifesto femminista, "Woman’s Worst Enemy: Woman” ( il peggior nemico della donna: la donna), è stato recentemente pubblicato dalla casa editrice Astarte e sarà presentato il 15 marzo alle ore 17 alle Officine Garibaldi, via Gioberti,39. Introduzione di Nadia Chiaverini, interventi di Maristella Diotaiuti, curatrice del volume  e Carolina Paolicchi traduttrice ed editrice Sono tante le autrici dimenticate, cadute nell’oblio nonostante una vita spesa intensamente a far emergere orizzonti inediti.

L'intervento di Nadia Chiaverini

Essendo impegnata da tempo nella valorizzazione e recupero di voci femminili rimaste nell’ombra, propongo la presentazione di Beatrice Hastings(1879-1943), una scrittrice inglese poliedrica, vissuta nel primo ‘900 e conosciuta solo superficialmente per essere stata una delle amanti di Amedeo Modigliani. In realtà è stata una pensatrice originale, antesignana del pensiero femminista moderno, e quindi scomoda e molto contestata nella sua epoca. La scoperta e la diffusione degli scritti di questa autrice indomita (letterata, intellettuale, giornalista) è dovuto all’interesse di Maristella Diotaiuti e Federico Tortora, curatori delle iniziative del Caffè letterario Le cicale operose di Livorno , nell’ambito di un programma più vasto di valorizzazione della scrittura delle donne e del loro agire in campo politico, culturale e sociale .

Per merito loro è stata pubblicata l’antologia Beatrice Hastings in full revolt ( Caffè Letterario Le Cicale Operose,2020), che ha permesso di delineare la personalità complessa, e anche a volte contraddittoria, di questa scrittrice che ha dedicato tutta la sua vita alla scrittura, non accomodante né accogliente, non sempre di facile comprensione ma frutto di un progetto politico volto a tracciare uno stile autonomo e consapevole, in opposizione alle correnti originate dagli ambienti borghesi del tempo. Donna di contrasti, è il titolo del testo a mia firma inserito nel volume contenente gli Atti del Primo Convegno di studio “Beatrice Hastings in contest, alla ricerca del segno" (Le cicale operose , Livorno, 17 aprile 2021) .

Contrasti tipici di un’epoca di profonde trasformazioni, caratterizzata dallo sviluppo della società industriale e dalle devastazioni della prima guerra mondiale, tra decadentismo e positivismo, tra contestazione antiborghese e fiducia nel progresso scientifico e nella razionalità. Un conflitto che si esplicita nella varietà dei linguaggi e dei registri letterari, una tensione verso l’assoluto che la porterà ad un destino tragico, con la morte per suicidio dopo una lunga malattia. Le sue opere sono state spesso di difficile identificazione perchè B.H. ha usato una pluralità di nomi, eteronimi che connotano di volta in volta un modo di essere e un ruolo diverso l’uno dall’altro: poeta, saggista, critica, filosofa , femminista, diarista… Per questo motivo il Convegno, coordinato da Floriana Coppola, con ben 35 partecipanti, ha esplorato cinque aree tematiche: la scrittura giornalistica e femminista, gli aspetti mitologici, la scrittura poetica, le correnti filosofiche e gli aspetti autobiografici.

Ne è risultato un lavoro veramente complesso e approfondito ottenuto attraverso l’esegesi dei testi e l’interpretazione del vissuto e del pensiero dell’autrice. Particolarmente rilevante il manifesto femminista di Beatrice Hastings del 1909, dal titolo provocatorio “Woman’s Worst Enemy: Woman” (il peggior nemico della donna: la donna), comparso come allegato alla rivista The New Age del 1909 e pubblicato nel 2022, a cura di Maristella Diotaiuti, dalla casa editrice pisana Astarte. Un pamphet coraggioso e controcorrente, che contesta la visione patriarcale della famiglia e della maternità, vista come destino e non come libera scelta, tesi che immediatamente dopo la sua pubblicazione crearono sconcerto anche nel movimento femminista suffragista del suo tempo per la totale messa in discussione delle narrazioni dominanti. Un feroce dibattito accolse la dichiarazione di rifiuto della maternità, intesa come obbligo sociale, perseguito dalla politica coloniale imperialista che relegava il ruolo della donna a mera generatrice di mano d’opera per l’impero . Vi si afferma inoltre che l’equivalenza tra femminilità e maternità è frutto di una volontà politica e culturale che gli uomini hanno sancito e imposto, e per questo motivo la donna è creditrice dello stato, che disconosce l’importanza per l’economia sociale del lavoro femminile gratuito.

La scrittura di B.H., divulgata negli articoli della rivista The New Age, è una ininterrotta testimonianza e denuncia contro tutte le ingiustizie, le violenze, e nei confronti della guerra e della politica imperialista coloniale. Beatrice, allo scoppio della prima guerra mondiale, si trova a Parigi, dove scrive “il diario dell’assedio” e contesta fermamente le tesi interventiste che inneggiano al conflitto “Le donne non dovrebbero aver niente a che fare con la guerra” scrive.

I suoi articoli non sono mai asettici bollettini di guerra, ma raccontano il quotidiano, la vita vera della gente che non si stanca mai di incontrare, per riportare le loro storie personali all’interno del meccanismo infernale della Storia politica, di cui costantemente ricerca il senso. Per l’approccio rivoluzionario ai temi della maternità, della sessualità, e alla decostruzione della mistica della femminilità Beatrice Hastings è ancora oggi di un’attualità sconcertante e può a buon diritto Inscriversi nella genealogia del pensiero femminista del novecento quale anticipatrice di molti temi della contemporaneità.