Pisa, 23 marzo 2014 -  - Sono trascorsi 450 anni dalla nascita di Galileo e Pisa lo celebra con una mostra a Palazzo Blu. Ma non è la consueta esposizione sulle scoperte del grande scienziato ad essersi aperta oggi sul lungarno Gambacorti, bensì un allestimento che racconta la ricerca dalla parte di chi la fa, facendoci rivivere attraverso exibit e installazioni scenografiche, i patemi d'animo, le ansie e anche i litigi che stanno dietro ogni scoperta. Perché la scienza avanza in tutti i modi tranne che in quello lineare e la mostra ci insegna quanti errori siano stati fatti a partire dall'antichità fino ai giorni nostri.

"Balle di Scienza, storie di errori prima e dopo Galileo" è stata promossa dall'Istituto di Fisica Nucleare, dalla Scuola Normale e dall'Università di Pisa, in collaborazione con Palazzo Blu. Resterà aperta fino al 29 giugno e l' ingresso è gratuito. A pagamento solo le  visite guidate della durata di un'ora (prenotazione obbligatoria).

Pur parlando del mondo intero, Pisa ha comunque molta parte nella mostra. A cominciare dai quaderni dei famosi 'ragazzi di via Panisperna' che sono custoditi alla Domus Galileiana e di cui una piccola parte è ora visibile a Palazzo Blu. E' infatti in uno di questi quaderni che Enrico Fermi, dopo aver controllato i risultati scritti dai suoi allievi, scrisse un grande 'Balle', invitandoli così a ripetere l'esperimento. Altri appunti di Ettore Majorana e dello stesso Fermi che si trovano alla Domus sono oggi esposti, come pure alcune preziose prime edizioni a stampa di opere di Galileo. "Tra l'altro stiamo facendo un grande sforzo per riportare alla piena funzionalità un' istituzione importante come la Domus Galileiana", ha detto il suo commissario straordinario, professor Fabio Beltram, durante la presentazione della mostra, annunciando che presto la facciata dell'edificio sarà restaurata  e che i preziosi documenti potranno tornare ad essere consultati. Ma Beltram, fisico e direttore della Scuola Normale, ha anche 'spiegato' il 'cannocchiale capace di farci vedere gli atomi', proveniente dal Nest, laboratorio di Nanoscienze della Normale. "Si tratta dello sviluppo recente, e credo per lui inatteso, di un'idea di Galileo", ha detto. "E' un microscopio a forza atomica, uno strumento protagonista, insieme al microscopio a effetto tunnel, di una svolta epocale nel campo della strumentazione scientifica che ha reso possibile la nascita della nanoscienza".

Comunque, non facciamoci illusioni, anche Galileo ha fatto i suoi errori, pur essendo altamente meritorio per aver inventato un metodo di ricerca che è alla base della scienza moderna e che ancora ci indica la strada. "E' grazie a questi strumenti di metodo da lui  forniti che riusciamo a correggere le nostre imperfezioni", ha detto Beltram. Ma il curatore della mostra, il fisico Franco Cervelli, pisano, docente nel nostro ateneo e ricercatore di livello internazionale, ha sottolineato: "Quel metodo ha permesso all'umanità di compiere enormi progressi, però non  può farci evitare gli abbagli. Infatti i nostri sensi, oltre che limitati, molto spesso sbagliano e per questo abbiamo bisogno di usare degli strumenti. Tuttavia metodo e strumenti non ci hanno liberato dalle 'cantonate'".

La posizione centrale di Pisa nella storia della ricerca scientifica, tuttavia, non è dovuta solo alla presenza di Galileo. " Non ci dimentichiamo che ben due fisici della famosa via Panisperna, Enrico Fermi e Bruno Pontecorvo, erano pisani", ha ricordato il presidente della Fondazione Palazzo Blu, Cosimo Bracci Torsi.  "Inoltre è qui che è nato il primo giardino botanico e anche  il passaggio dall'alchimia alla scienza. Vesalio insegnava infatti a Pisa quando c'era anche Galilei", insiste il professor Cervelli, ricordando che Vesalio è stato il medico che ha 'corretto' le 'balle' di Galeno. "Se tutto ciò è accaduto in questa città è perché  c'era un contesto collettivo, un humus che questa mostra spero ci aiuti a creare ancora  grazie a nuove e sempre più ampie aperture per confrontarsi con il mondo intero".

Connessi all'esposizione  anche una serie di laboratori didattici per le scuole primarie e secondarie mentre gli operatori della Ludoteca scientifica saranno pronti ad accogliere i visitatori che vorranno 'dialogar di scienza' in maniera semplice ma rigorosa. Tra l'altro alcuni degli strumenti ricostruiti nel 2002 da Nadia Ioli e Giuseppe Pierazzini sono presenti in mostra e pronti a dare dimostrazione di  alcune delle ingegnose scoperte di Galileo.