di Valeria Caldelli

Pisa, 24 dicembre 2013 - Jacqueline Nesti Joseph e il calore esotico delle sue tele dai profondi colori caraibici sono l'augurio di Natale  che viene da Haiti, portando un po' di quel sole che là continua splendere anche nei mesi invernali, nonostante le sofferenze di una terra martoriata. E' un invito della libreria Blu Book, adiacente e connessa a Palazzo Blu, che espone alcune opere della pittrice haitiana, a lungo residente a Pisa e ora ritornata nel suo paese natale. Il groviglio delle donne accovacciate che espongono la loro mercanzia nei mercati dell'isola, le donne  sulle spiagge in attesa dei loro uomini, le serate nei giardini delle ville patrizie - e sono ancora le donne ad esserne protagoniste - dove ci si raccoglie al termine delle giornate afose. Queste le immagini riproposte da un mondo lontano e diverso, dove neanche terremoti e uragani hanno cambiato lo scandire del tempo, né le abitudini. E poi ci sono i fiori, tanti fiori, come i girasoli, le calle e anche i tralci di vite con i grappoli torniti e maturi che scendono, simbolo di pienezza di vita. Questi sì appaiono ricordi di un mondo che non c'è più in quel disgraziato lembo di suolo caraibico e che Jacqueline Nesti Joseph ci manda dal suo universo di sogni come auspicio per festività serene e per un nuovo anno meno ripido e un po' più dolce di quelli che lo hanno preceduto. Lei che ha vissuto l'intensità artistica degli anni parigini, che ha conosciuto Picasso e ha scherzato con Prevert, lei che è stata allieva di Diego Rivera a Città del Messico, che ha vissuto con il marito Victor Nesti in tante città del mondo e poi si è fermata a Pisa, lei che ama la poesia e  tutto ciò che è bello, anche se non esiste, è voluta  tornare idealmente nella città che ha scelto come seconda patria. E ha  portato con sè un po' del suo pianeta fantastico, quasi a lenire le ferite, non solo, come sempre, quelle sanguinose e violente del suo Paese, ma ora anche le nostre, meno violente, ma livide, preoccupanti. 

Diceva di lei il critico Giuseppe Marchiori  dopo aver visto una sua mostra: ".....C'è in essa un'atmosfera che non si dimentica, c'è un carattere che domina e determina ogni aspetto di un mondo, che si rivela poi nell'attimo in cui diventa pittura o, meglio, immagine pittorica, ricostruzione ideale di un tempo che Proust diceva perduto e che poi è quello vissuto". Era il 1975. Quel tempo è esattamente come il nostro, vissuto e perduto, allora forse con un po' di nostalgia, ora con la speranza di viverne uno migliore. E l'arte, come la letteratura, è il trade union che supera tutte le barriere, un collante inossidabile tra gli uomini e tra gli uomini e le loro età.

La libreria Blu Book ha legato i due cosmi di scrittura e  pittura offrendo anche a quest'ultima uno spazio dove esprimersi e sono già molti ad essersi avvicinati. Esporre   le opere di  un'artista come Jacqueline Nesti  Joseph, che, tra l'altro, ha anche  rappresentato Haiti alla Biennale di Venezia, apre la porta ad una visione dell'arte più vicina alla gente, da leggersi come un libro e guardare come in uno specchio. La mostra è visibile fino a febbraio.