Chiara, Pisa e "il pensiero magico dei bambini"

Zucchellini è l’autrice del "Tesoro di Bea" (Mds)

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Pisa, 1° aprile 2020 - Chiara Zucchellini è l’autrice de "Il tesoro di Bea", l’ultima uscita per bambini di MdS Editore. Copywriter modenese, vive da anni in Toscana. Con questa storia, apre una finestra sul pensiero magico dei bambini e su quanto possa essere prezioso quando si tratta di spiegare ai più piccoli le cose difficili della vita. Qual è il suo rapporto con Pisa? "A Pisa ho frequentato l’Università, quindi l’ho vissuta soprattutto come studentessa fuori sede, ma sono rimasta anche dopo la laurea per motivi di lavoro. Qui ho conosciuto persone da ogni parte d’Italia, imparato dialetti e accenti diversi, e anche se non ci vivo più – ho scavallato il monte e sto a Lucca – il legame affettivo rimane, oltre che quello lavorativo". E proprio fra Pisa e Lucca si trova MdS: la casa editrice con cui ha pubblicato “Il tesoro di Bea”, uscito nel 2019 per la collana I Cuccioli dedicata a bambini e ragazzi. "Esatto. In realtà la storia era parte di una triade di racconti lunghi che ho inviato a MdS alcuni anni fa. Ho fatto penare il gruppo di lettura, con questi tre racconti! Sono piaciuti molto, ma la formula risultava difficile da pubblicare. Tuttavia, dopo più di un anno dal mio invio, la presidente Sara Ferraioli ha rotto gli indugi e mi ha contattata per farmi alcune proposte. Fra queste, rendere il racconto che sarebbe diventato “Il tesoro di Bea” una storia per bambini, poiché il gruppo di lettura ne aveva visto la potenzialità. Ho accettato la sfida e mi sono messa al lavoro con Francesca Petrucci, che ha curato l’editing. In realtà i cambiamenti hanno investito solo alcuni passaggi, che ho tolto o approfondito: la storia in sé è rimasta la stessa, difatti è piuttosto densa e ha più livelli di lettura". Di cosa parla “Il tesoro di Bea?” "È un libro dedicato al pensiero magico dei bambini, a come ci può aiutare nel dare un nome e fronteggiare paure e situazioni difficili da spiegare, da piccoli come da grandi. La protagonista è una bambina di 9 anni, Bea, che sta vivendo un momento complicato in famiglia e ne attribuisce la colpa a un’entità che chiama Anima Nera. Un’entità minacciosa, multiforme, che non la lascia in pace nemmeno durante un fine settimana in montagna con gli zii e il cugino Tommy. Anzi, sembra proprio che l’oscura presenza abbia scelto questo momento apparentemente spensierato per chiamarla alla resa dei conti…". Dicevamo che ci sono diversi livelli di lettura. Per esempio? "A un certo punto della storia esco dal “mondo dei bambini” e faccio riferimento a fatti di cronaca recente: questo passaggio, per dire, può essere letto da un bambino come da un adulto, ma “digerito” in modo diverso a seconda dell’età. Nello specifico, cito i fatti di terrorismo che qualche anno fa ci hanno sgomentati tanto quanto l’isolamento forzato che stiamo vivendo adesso. Sono cose diverse, è chiaro, ma sconquassano il nostro modo di vivere e, in qualche modo, vanno spiegate anche ai bambini. Non è facile, perché sono situazioni che gli adulti stessi faticano a s piegarsi, ma è importante. I bambini “hanno le antenne” e si accorgono subito se gli adulti cercano di mentire, svicolare, insabbiare". Il libro è corredato da illustrazioni molto ricche. "Ho proposto a MdS un’illustratrice d’eccezione: Antonella Battilani… cioè mia madre! Intanto perché è un’illustratrice per davvero, oltre che un’insegnante di progettazione grafica. E poi perché sono cresciuta con i suoi disegni. Mi sembrava l’unica persona che potesse trovare le immagini giuste per raccontare Bea. In alcune tavole ci si può divertire a trovare tanti dettagli nascosti, il che riflette sia il ricco immaginario di Bea, sia la natura stessa della storia: a strati!". E lei invece, di cosa si occupa oltre alla scrittura? "Sempre di scrittura, perché lavoro come copywriter. Mi occupo di redigere o editare le parti testuali di progetti di comunicazione aziendale o istituzionale. Questo vuol dire fare emergere l’anima del cliente, creare il suo “tono di voce”, quindi è un lavoro creativo. Seguo anche clienti più tecnici che chiedono una drastica semplificazione del proprio linguaggio per essere capiti da tutti: in inglese si chiama plain language. In generale, è una buona palestra anche per la scrittura narrativa perché mi permette di giocare con stili diversi". Per finire, oltre a “Il tesoro di Bea” ci sono stati o ci saranno altri progetti di narrativa? "L’annata 2018-2019 è stata fortunata. Nel 2018 ho vinto il primo premio del concorso “Riflesso” di MdS con il racconto “Il mio gemello è più giovane di me”: sebbene stessimo già lavorando a “Il tesoro di Bea”, è stata un’ulteriore scommessa che ho voluto fare. Sempre nel 2018 sono stata anche fra i 10 vincitori del Torneo IoScrittore indetto ogni anno dal gruppo Mauri Spagnol. Il risultato è stata la pubblicazione del mio vero e proprio esordio letterario, il romanzo “Una provvisoria diserzione”: un on the road un po’ punk e un po’ amaro che deve molto alle mie radici modenesi. Al momento, invece, ho ripreso i racconti superstiti e sto espandendo la raccolta, sperando che potrà presto vedere la luce".