Volare si può oltre la disabilità, gemellaggio WeFlyteam con la 46esima

Venerdì la giornata all’aeroporto di San Giusto

Il WeFlyteam a terra e in volo (foto di Marco Tricarico)

Il WeFlyteam a terra e in volo (foto di Marco Tricarico)

Pisa, 13 giugno 2018 - Gemellaggio ad alta quota. Una passione comune per il volo che porterà venerdì 15 giugno 2018 a Pisa WeFlyteam, unica pattuglia aerea al mondo in cui 2 dei 3 piloti sono disabili. La 46esima Brigata aerea, reparto trasporti dell’aeronautica militare, ospiterà questo gruppo all’aeroporto San Giusto.

Siete i primi al mondo?

«E gli unici», risponde Alessandro Paleri, leader, con oltre duemila ore di volo all’attivo, tetraplegico dal 1987 con lui, Marco Cherubini, gregario di sinistra, paraplegico dal 1995, ed Erich Kustatscher, gregario destro, istruttore.

Ma...

«Al momento, è così, ma ci piacerebbe che ci fossero anche altre realtà».

Quale è la vostra attività?

«Pur non avendo l’uso delle gambe, pilotiamo aerei ultraleggeri solo con le mani, grazie a un comando speciale, progettato e realizzato da me (Alessandro è un ingegnere aerospaziale, ndr). Vogliamo diffondere il messaggio che volare si può».

Dove è la vostra base?

«Io sono milanese di origine ma vivo in provincia di Como. La sede dell’associazione sportiva dilettantistica è a Caposile, in provincia di Venezia per questioni logistiche. Uno dei piloti lavora là come istruttore. Ma il volo per disabili è nato in Toscana oltre 20 anni fa. I ‘Baroni rotti’, la federazione piloti disabili italiani, presidente Franco Benvenuti, che sarà dopodomani in San Giusto, si trova a Castiglion Fiorentino».

E che cosa accadrà venerdì?

«Suggelleremo una comunione di intenti, un’empatia che già c’è, una stima reciproca. Viviamo il volo in maniera differente, ma condividiamo molti valori, siamo appassionati ma non lo pratichiamo in modo professionale. Cerchiamo di diffondere la cultura del volo. Che dà emozioni. Un’attività che necessita di preparazione, studio, abnegazione e disciplina. Sono gli stessi principi che guidano la 46esima».

Un legame con Pisa in particolare.

«Da qui partono buona parte delle missioni a carattere umanitario. Questi piloti sono come api operaie».

Come si svolgerà la giornata?

«Noi arriveremo in volo e porteremo i nostri velivoli mostrando a tutti come si fa a pilotarli come si fa a salire e scendere».

Come è nato questo gruppo?

«Non c’è stato un momento preciso. Ma un susseguirsi di eventi. Un passo naturale dall’addestramento specifico al team dieci anni fa. Spesso abbiamo volato con le frecce tricolori. Negli ultimi 5 anni ci occupiamo anche di attività promozionale. Organizziamo giornate particolari, portiamo a volare persone disabili gratuitamente».