"Voltare pagina e non dimenticare"

Il sindaco Conti all’intitolazione a Raffaello Menasci dell’area verde. Stretta di mano con il candidato Auletta

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di Gabriele Masiero

"Il Comune saprà sempre celebrare nel modo migliore possibile questa ricorrenza, perché la nostra comunità porta dentro di sé gli anticorpi necessari per testimoniare quello che è successo". Parole e musica di Michele Conti per la ricorrenza del Giorno della Memoria. Ma le celebrazioni di ieri, inutile fare finta di niente, hanno un sapore politico diverso. Perché arrivano con la campagna elettorale per le amministrative di fatto già iniziata e il sindaco lo sa bene. Per questo durante l’intitolazione a Raffello Menasci dell’area verde tra via Canevari e via delle Trincere, parla con fermezza, spesso incrociando lo sguardo con il presidente della Comunità ebraica, Maurizio Gabbrielli. A qualche decina di metri di distanza c’è via Giovanni D’Achiardi, la strada della discordia da almeno due anni tra destra e sinistra. E che Conti, prendendo in contropiede la sua stessa maggioranza, ha deciso di cancellare per intitolarla ai Giusti delle Nazioni, "coloro che hanno agito in modo eroico per salvare anche un solo ebreo dall’abisso della Shoah: un giusto atto di riparazione nei confronti di Menasci e un altro passo verso quella memoria condivisa di questi fatti che non vogliamo nascondere ma anzi far conoscere alle nuove generazioni perché abbiano piena consapevolezza di quello che è stato. Con la giornata di oggi vogliamo definitivamente voltare pagina e guardare avanti senza dimenticare". Ad ascoltarlo le autorità cittadine (il prefetto Maria Luisa D’Alessandro, il presidente della Provincia, Massimiliano Angori, la vicesindaco Raffaella Bonsangue, il presidente del consiglio comunale Alessandro Gennai, gli assessori Giovanna Bonanno, Raffaele Latrofa e Paolo Pesciatini), il prorettore dell’ateneo pisano, Marco Macchia, la rettrice della Sant’Ana, Sabina Nuti, la sua vice Arianna Menciassi, le associazioni, e i rappresentanti delle forze politiche. Compreso il candidato sindaco della sinistra, Ciccio Auletta, che alla fine della cerimonia, non ha esitato a stringere la mano al sindaco. Assente invece il principale sfidante di Conti. Il candidato sindaco del centrosinistra, Paolo Martinelli, non c’era. Nè lì, né, nel pomeriggio, al consiglio comunale aperto. C’erano invece i partiti della sua coalizione: Sinistra italiana e Pd, insieme a Lega e Forza Italia. Raffaello Menasci, medico pediatra e libero docente dell’Università di Pisa, nato a Livorno nel 1896, fu arrestato a Roma nel 1943 nella retata del ghetto e deportato, insieme a tutta la sua famiglia, nel campo di sterminio di Auschwitz, poi morì a Varsavia il 29 febbraio 1944. Fu uno dei 300 ebrei espulsi da D’Achiardi Roberto Menasci, presente alla cerimonia insieme alle figlie Letizia e Giulia, ha letto una poesia scritta dal padre Renato, dal titolo "Roma città aperta" in ricordo dell’arresto a Roma di Raffaello e della sua famiglia, il figlio dodicenne insieme all’anziano padre, entrambi di nome Enrico, e della successiva deportazione a Auschwitz, da cui nessuno di loro fece ritorno. A fianco del cartello che intitola l’area verde a Menasci il Comune ha messo a dimora un albero di melograno che, nella cultura ebraica, rappresenta un simbolo di onestà, correttezza e giustizia dato che conterrebbe 613 semi che corrispondono ai 613 comandamenti della Torah.