"Non strumentalizziamo la città. Britaly si assuma le sue responsabilità"

Faccia a faccia con il prefetto Attilio Visconti

Il prefetto Attilio Visconti

Il prefetto Attilio Visconti

Pisa, 24 agosto 2016 - «Le strumentalizzazioni non sono mai belle. Britaly si assuma le proprie responsabilità». Non ci sta il prefetto Attilio Visconti al fuoco di fila che, nelle ultime settimane, si è levato nei confronti delle forze dell’ordine da parte dell’attuale proprietà del Pisa Calcio. Non ci sta e, al contrario, sottolinea il grande impegno che tutte le forze dell’ordine che operano a Pisa «hanno messo in campo, nonostante le carenze di organici e l’emergenza terrorismo, ad evitare che certe situazioni potessero degenerare in problematiche di ordine pubblico».

Si riferisce all’annullamento della partita amichevole di inizio agosto con il Celta Vigo?

«Esattamente. In quell’occasione le forze dell’ordine si sono prestate e adoperate perché nessuno potesse cadere in equivoci fuori luogo. E quanto stava accadendo ha consigliato alla stessa società a rinviare la partita. Certamente i dirigenti non lo hanno fatto perché obbligati da parte di qualcuno delle Istituzioni».

Ma in questo momento il Pisa rappresenta un problema di ordine pubblico?

«Quello che ci preoccupa sono le conseguenze che possono derivare dal degenerare delle situazioni. E’ innegabile che l’attuale incertezza societaria provoca una massa di tensioni che può arrivare a compromettere la stabilità dell’ordine pubblico. Ma in una realtà come Pisa abbiamo forze di polizia all’altezza di far fronte a qualsiasi tipo di situazione. Casomai a preoccupare è ben altro...».

Ci spieghi...

«E’ lo stadio che deve essere messo a norma per garantire la sicurezza dei tifosi, dei giocatori e delle forze di polizia che vi devono operare. Ad oggi dal momento che non sono stati avviati i lavori che deve eseguire la società, direi che è questa la vera preoccupazione che come Prefettura abbiamo».

Il rischio è di non poter concedere l’agibilità dell’Arena?

«Se non partono rapidamente i lavori credo che sarà difficile concederla, così la squadra dovrà giocare altrove».

Eccellenza, prima ha fatto riferimento all’emergenza terrorismo. La settimana scorsa c’è stato il fermo del tunisino Bilel. Pisa è davvero nel mirino dell’Isis?

«In occasione del fermo di Bilel abbiamo dato prova di un sistema di sicurezza che funziona. Quello che appare sul territorio è una conseguenza tecnica-operativa di decisioni assunte quotidianamente in Prefettura. E’ una risposta efficace in un contesto come quello di Pisa che non può e non deve mai abbassare la guardia. Pisa è molto di più di quello che appare. Pisa non può essere considerata una città di poco meno di 100mila abitanti, ma un contesto metropolitano che non ha strutture (a cominciare dagli organici delle forze dell’ordine) adeguate rispetto ai numeri che esprime».

Cosa si può migliorare per la sicurezza di Piazza del Duomo?

«E’ necessario tentare di ostruire con ogni mezzo l’attraversamento di mezzi pesanti da piazza Manin alla Torre come accaduto a Nizza. Non credo che i pilomat siano sufficienti a questo scopo. Abbiamo parlato con la Sovrintendenza per valutare ipotesi di barriere mobili che diano maggiori garanzie. Un approfondimento necessario, appunto, per valutare la reale portata dei pilomat e verificare se sono fondamentali o non rappresentino, invece, una spesa inutile».

A proposito di terrorismo c’è un allarme del Copasir su possibili ‘infiltrazioni’ tra i migranti...

«Un allarme che certo non riguarda Pisa dove non risulta nessuna presenza sospetta o un legame tra coloro che sono arrivati e possibili organizzazioni terroristiche. Abbiamo un’organizzazione dell’accoglienza che garantisce delle maglie molto strette che impediscono il ‘passare’ di soggetti pericolosi».

Attualmente quanti sono gli immigrati ospitati nel nostro territorio?

«Alla data odierna sono accolti 900 cittadini stranieri richiedenti la protezione internazionale».

E continuano ad arrivare. Sapete dove accoglierli?

«Sì i flussi sono ancora elevati. Quello che noi dobbiamo mettere in chiaro è che dobbiamo evitare in tutti i modi conflitti istituzionali. C’è un parere dell’Avvocatura dello Stato che dice che ‘il sentito l’ente locale’ deve essere interpretato come una comunicazione con preavviso per poter esprimere il proprio parere e far conoscere le proprie argomentazioni. Ma è chiaro che questo parere non è una arma di forza in mano al prefetto. L’obiettivo è quello della condivisione. La prefettura trova delle strutture e queste possono essere in paesi piccoli o in luoghi già ospitanti, spetterà poi al prefetto ristabilire il principio dell’accoglienza diffusa una volta che la grande emergenza estiva sarà cessata. A quel punto si potranno riequilibrare le presenze sul territorio».

Cambiando argomento, l’altro tema cittadino caldo è quello della malamovida....

«Fino ad aprile 2015 non c’era mai stato un servizio interforze continuo stabile all’interno del fenomeno. Nella riunione promossa dal Cpt6 ho chiesto pubblicamente di raddoppiare il servizio al questore che ha verificato e confermato la disponibilità, pur nelle difficoltà di organico a dare seguito a tale sollecitazione».

Il problema possa essere risolto solo con la militarizzazione della Piazza?

«E’ vero. Per questo parallelamente ho chiesto di aprire un tavolo di confronto con gli studenti e le università. La soluzione a mio avviso passa dalla partecipazione dei ragazzi protagonisti della buona movida. Non solo. La Sovrintendenza con una lettera del 22 agosto ha evidenziato ‘come da troppo tempo a Pisa risultino in secondo piano gli obblighi di tutela e conservazione, individuati chiaramente dal Codice dei Beni Culturali’. Per questo la stessa Sovrintendenza invita tutti gli Enti e ele Istituzioni ad aumentare il livello di attenzione ‘considerata la fruizione impropria della Piazza dei Cavalieri e dei suoi monumenti’».