Violenze sui baby calciatori, sette casi

Il sedicente ‘talent scout’ è in carcere. Domani giovedì sarà davanti al Gip

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Pisa, 13 marzo 2019 - La possibilità di far giocare i ragazzini in importanti squadre di calcio era una delle esche per cominciare il discorso, o farli salire in macchina proponendo un primo allenamento. Ma l’auto, come nel caso di un giovane oggi 21enne, ma 13enne l’epoca dei fatti, poi, avrebbe preso un’altra strada: quella di un luogo isolato dove, con scuse fantasiose, come la necessità di misurargli gli organi genitali, lo convinse a spogliarsi e solo quando il ragazzo capì, si ribellò interrompendo l’azione criminosa. Poi, però, tra i due sarebbe iniziata una frequentazione assidua e, quando si vedevano, il talent scout, secondo la Procura, con il pallino dei ragazzini, lo avrebbe costretto e compiere e subire atti sessuali.

Sono sette le parti offese pronte a costituirsi domani mattina in udienza, quando Piero Costia, 76 anni, arriverà davanti il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pisa Pietro Murano per rispondere di violenza sessuale, in alcuni casi tentata, in altri consumata, aggravata dalla minore età delle vittime e dal fatto che le stesse gli erano state affidate, in molti casi, per ragioni di istruzione e custodia. Lo difende l’avvocato Giuseppe Mandarano. Le parti offese sono assistite, tra gli altri, dagli avvocati Giulio Parenti, Stefano Ercoli, Stefano Carta. Tra le parti civili anche i genitori del ragazzino che morì travolto dal treno dopo aver dato fuoco all’auto di Costia: fu quel tragico incidente lungo i binari a dare una svolta alle indagini partite nel 2016, quando un giovane marocchino denunciò accadimenti di quando era minorenne. I fatti per i quali la Procura – ha coordinato l’indagine il pubblico ministero Flavia Alemi – accusa Costia hanno un arco temporale ampio: dai primi, nel 2006, fino al 2018 quando, in primavera, Costia fu arrestato.

La complessa e articolata indagine ha ricostruito episodi e circostanze, secondo le quali il 76enne, sempre con il calcio, e comunque con l’ «opportunità» della preparazione atletica, aveva messo le mani su un altro 13enne (siamo nel 2010) che avrebbe palpeggiato in talune occasioni contro la sua volontà e che avrebbe coinvolto anche in rapporti a tre insieme ad un dodicenne. Il sogno della seria A è quello che Costia avrebbe promesso ad un 14enne, presentandosi anche ai suoi genitori, e che nell’arco di un biennio, durante gli allenamenti, avrebbe cercato di palpeggiare più volte. Ad un altro aveva paventato un futuro sempre in una compagine nazionale: siamo tra 2011 e 2012, ma il ragazzo riuscì ad evitare l’approccio con il quale l’allenatore diceva di dover verificare il suo sperma; successivamente il padre del baby calciatore gli intimò di non avvicinarsi più al figlio. Anche un altro ragazzino, nel 2012, sarebbe riuscito a sottrarsi alle avance che la Procura contesta a Costia minacciando di chiamare i carabinieri. Negli ultimi episodi, precedenti di poche settimane le manette, due ragazzini – in circostanze diverse – sarebbero riusciti ad imporre il loro rifiuto ed a scendere con decisione dall’automobile dell’uomo. Per Costia, che dovrà difendersi da accuse gravissime, questo è il primo passaggio in aula. Non è escluso che il 76enne chieda un processo con rito abbreviato.

Carlo Baroni