"Via i cartelli uomodonna Stop binarismo di genere"

I giovani di "Sinistra Per": "Serviva un’azione forte dopo l’affossamento del Ddl Zan". Azione Universitaria: "Ideologia asessuale. Meglio pensare alla mancanza di aule"

Migration

"Questo è un bagno neutro, a casa tua i bagni sono divisi per genere?". I servizi igienici dell’Università di Pisa sono stati tappezzati di volantini con la richiesta di creare bagni "neutri". La provocazione è partita dagli studenti e studentesse della lista universitaria "Sinistra Per...", con l’obiettivo di mettere in luce il disagio vissuto da alcune persone che non si riconoscono nel tradizionale binarismo uomo-donna nel momento in cui devono utilizzare i servizi igienici. Al contempo, sono apparse anche le "tampon box", scatole contenenti assorbenti gratuiti, dei quali chiunque se ne può servire o che possono essere lasciati a disposizione di altri.

"In seguito all’affossamento del Ddl Zan, disegno di legge contro l’omofobia, abbiamo deciso di realizzare un’azione sul territorio che fosse di impatto – spiega la studentessa dell’Università di Pisa e membro di Sinistra Per, Angelica Chidichimo –. In poco più di una settimana abbiamo coperto i simboli di binarismo di genere dei servizi igienici dell’Ateneo e abbiamo posizionato le “tampon box“ in tutti i bagni e anche in altri punti strategici". Un gesto dimostrativo per "far riflettere su quanto le nostre vite siano condizionate dal binarismo di genere e per aprire un dialogo su questa tematica", dichiara Anna Fabbri (foto a sinistra), studentessa e senatrice accademica di Sinistra Per. "Perché serve una maggiore sensibilizzazione. Le persone trans e non binarie esistono e vanno tutelate. Per loro può essere un disagio trovarsi davanti alla scelta tra bagni per uomini o per donne e non sapere quale utilizzare. Per questo è importante creare un’alternativa". Questa provocazione fa parte di un percorso a tappe, come afferma lo studente Andru Budacu Ferrari: "Si parte dal bagno neutro per poi raggiungere ulteriori traguardi come l’incremento dei centri anti-violenza che sono fondamentali".

La maggior parte degli studenti "ha accolto positivamente questa proposta perché è un’azione che si inserisce all’interno di un lungo percorso che è partito anni fa con l’introduzione della Carriera Alias all’interno dell’Università di Pisa e che vuole continuare per garantire una formazione sempre più inclusiva – evidenzia lo studente Federico Boggia –. Al contempo, quando la notizia ha iniziato a circolare abbiamo ricevuto anche osservazioni sui social da tutta Italia. C’è veramente bisogno di fare questo? Dove andremo a finire così? Queste le domande più ricorrenti. Noi seguiamo un criterio che si basa sull’importanza della libertà di autodeterminazione del singolo. Per fare questo è necessario ridurre tutte le divisioni che esistono a un’unica parola: “persone“".

Tra le voci discordanti, quella di Azione Universitaria Pisa, rappresentata dallo studente Gregorio Banti (foto a destra). "La rivoluzione dei bagni “neutri“ non è una decisione necessaria – puntualizza Banti –. Più che rispondere alle reali esigenze degli studenti – anche per tutto ciò che ne comporta in termini economici – strizza l’occhio alle logiche del “gender fluid”. Un’ideologia globalista e asessuale che punta a destrutturare le identità naturali dei soggetti in favore di altre non specificate e non quantificabili, ad esclusivo beneficio della narrazione progressista, anziché preoccuparsi delle strutture carenti, della rimozione di ogni spazio studentesco condiviso e della difficile situazione attuale dettata dalla pandemia".

Ilaria Vallerini