Via Giusti delle Nazioni nel Giorno della Memoria

Il sindaco annuncia la revoca dell’intitolazione a D’Achiardi, ma la polemica non si placa. Martinelli: "Goffa e tardiva retromarcia"

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Il sindaco Conti spazza via le polemiche intorno a via D’Achiardi portando in giunta (e facendola approvare all’unanimità), una sua proposta di delibera per revocare l’intitolazione della strada al rettore fascista e intitolarla ai ‘Giusti delle Nazioni’, coloro che si batterono per salvare gli ebrei dalla shoah, ma anche l’intitolazione dell’area verde prospiciente a Raffello Menasci, il docente ebreo dell’ateneo pisano espulso nel 1939 insieme a tanti altri, deportato ad Auschwitz e morto a Varsavia nel 1944.

La cerimonia avverrà il 27 gennaio alle 10 in occasione della Giornata della Memoria e sarà anche piantato un albero di melograno che, nella cultura ebraica, rappresenta un simbolo di onestà, correttezza e giustizia dato che conterrebbe 613 semi che corrispondono ai 613 comandamenti della Torah. La decisione di modificare la denominazione di via d’Achiardi in via Giusti tra le Nazioni è stata presa, si legge nella delibera approvata, in considerazione del fatto che "la Shoah ha rappresentato un momento drammatico per l’intera umanità, contraddistinguendosi per la particolare crudeltà delle azioni e delle persecuzioni poste in essere". La Giunta – si legge – ha invece ritenuto "opportuno intitolare la via in ricordo di persone che si sono contraddistinte per la lotta contro il genocidio nazista".

Le opposizioni però attaccano. Il candidato sindaco del centrosinistra Paolo Martinelli, parla di "clamorosa, goffa, impacciata e tardiva retromarcia del sindaco" grazie soprattutto "alla mobilitazione di 22 mila pisani che hanno firmato una petizione e alle forze politiche della sinistra". Martinelli ringrazia poi i "tantissimi pisani e alle migliaia di persone che si sono attivate in questi mesi per fare togliere dalla città l’onta di avere una strada intitolata al rettore, podestà e senatore, fra i principali esecutori delle leggi razziali del ‘38 e responsabile dell’espulsione dall’università di professori e studenti colpevoli di essere ebrei".

Secondo il segretario del Pd, Andrea Ferrante, la scelta del sindaco di decidere autonomamente rispetto ai partiti della sua maggioranza che avevano votato una mozione assai più prudente su via D’Achiardi è dovuta al fatto che "sa brillantemente rigirare la frittata nella comunicazione pubblica, a volte forse aiutato da qualche ‘distrazione’". "Meglio tardi che mai - sottolinea il presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo - finalmente si sana quello che era uno schiaffo in piena faccia alla storia e ai valori di una città come la nostra: 22 mila firme, tre delibere dei Senati Accademici di Università, Scuola Sant’Anna e Normale, due mozioni (anche una del Pd) bocciate in consiglio comunale ma alla fine il sindaco si è convinto a cambiare nome alla strada intitolata a D’Achiardi". Infine Ciccio Auletta osserva che "al sindaco non serve questa maggioranza in Consiglio comunale: in vista delle imminenti elezioni amministrative il messaggio è chiarissimo, ma al di là delle considerazioni politiche ci auguriamo che adesso la Giunta si attivi per promuovere iniziative di carattere storico, insieme agli stessi soggetti che hanno portato avanti la battaglia per la revoca del nome di D’Achiardi, con un programma ampio e concertato".