"Vi racconto i segreti delle mie canzoni"

Al via le serate di Eliopoli, Pisa premia Mogol ed è già tutto esaurito. L’artista emozionato: "Sarà una piccola confessione pubblica".

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di Gabriele Masiero

Si alza il sipario su Eliopoli Summer 2020 e la prima di questa stagione particolare, condizionata dell’emergenza Covid, è un appuntamento già tutto esaurito da giorni: lo show "Mogol racconta Mogol", vedrà il principale autore della musica italiana e presidente della Siae raccontare la sua inimitabile carriera accompagnato dalla voce di Monia Angeli e dai musicisti Stefanno Nanni (pianoforte) e Riccardo Cesari (chitarra).Conduce la serata Massimo Marini, mentre l’assessore Paolo Pesciatini consegnerà a Giulio Rapetti Mogol il premio alla carriera che lo staff di Eliopoli (Marco Bonciolini, Alex Sabadini e Daniele Adamoli) ha preparato per lui.

"Sono onorato – dice Mogol in un colloquio con La Nazione - di ricevere questo premio a Pisa, città d’arte che si è sempre distinta in tutti i modi e spero che questa serata possa essere di buon auspicio per voltare pagina dopo questa lunga emergenza sanitaria". Ma pandemia e lockdown non l’hanno fermata, anzi ha scritto una canzone anche in questo periodo terribile. "Ho riadattato le prime strofe di una mia vecchia canzone del 1988, ‘Gesù Cristo’, ora interpretata da Gianmarco Gridelli che su Youtube ha fatto milioni di visualizzazioni. Ho parlato della solitudine che abbiamo vissuto tutti nel lockdown e ricordato quella straordinaria preghiera di Papa Francesco vestito di bianco da solo in piazza San Pietro: l’icona di una speranza planetaria contro un nemico invisibile e sconosciuto".

Che momento sta vivendo la musica italiana?

"Speriamo che arrivi presto la ripresa, perché lo stop dei concerti e degli show penalizza migliaia di artisti più o meno famosi. Per questo il festival di Eliopoli, nel rispetto delle misure di sicurezza anti Covid, è molto importante. Poi però c’è da vincere tutti insieme un’altra battaglia". Quale?

"Quella di recepire al più presto la direttiva Ue sul copyright affinché i giganti del web corrispondano un equo compenso ad autori ed editori di contenuti con i quali loro fatturano miliardi di pubblicità. Lo dico anche da presidente della Siae. E’ una battaglia di civiltà che deve coinvolgere tutti. Parliamo del compenso legittimo di 90 mila persone che guadagnano meno di mille euro al mese. Se l’Italia non accettasse questa direttiva sarebbe una vergogna".

E dal punto di vista artistico che momento sta vivendo il pop italiano al tempo dei talent?

"Per essere bravi bisogna studiare, non basta vincere un talent. Battisti studiava 7 ore al giorno per diventare quello che è diventato. Anche se non ci sono più le canzoni di una volta, che cantavano tutti. Ma tutti davvero".

Perché?

"Oggi i giovani si promuovono sulle piattaforme digitali e in molti casi questa promozione ha superato addirittura quelle delle radio e quindi succede che si forma una promozione per i dilettanti, senza una vera struttura alle spalle. Si finisce allora per fare musica di nicchia, con un genere solo per alcuni e senza intercettare un pubblico omogeneo. Per questo dico che lo studio è fondamentale. Il pop, la cultura popolare è prima di tutto cultura e non bastano tre minuti di una canzone e qualche migliaia di visualizzazioni per dire di avercela fatta".

Come sarà lo spettacolo di stasera?

"E’ una specie di confessione in pubblico. Parlerò della mia carriera, delle mie canzoni. Moltissime conosciute da tutti, ma in pochi magari ne conoscono il significato, la ragione per la quale le ho scritte".