Vandali dopo il restauro: scritte sul muro della chiesa San Paolo a Ripa d’Arno

Sdegno sui social per le scritte con la vernice spray

Scritte sul muro della chiesa San Paolo a Ripa d’Arno

Scritte sul muro della chiesa San Paolo a Ripa d’Arno

Pisa, 20 agosto 2018 -  L’oltraggio delle scritte vandaliche sui nostri muri è spesso pari alla sciocchezza dei messaggi lasciati con le bombolette spray. Succede sempre più spesso. Succede ovunque e nulla viene risparmiato. Ecco perché una scritta nera è apparsa sulle mura fresche di restauro della chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno. La scritta è stata vista nei giorni scorsi sul lato nord, vicino la facciata. Sdegnati tanti pisani che, anche sui social, non hanno fatto mancare parole di condanna e d’amarezza. Anche, appunto, per il cantiere appena concluso che ha restituito l’edificio all’antico splendore. Dopo due anni di lavori il cantiere, infatti, ha cessato definitivamente le opere a fine maggio, alle porte dell’estate. Tanto è durata la ripulitura completa, prima di essere nuovamente macchiata da chi, sulle mura, vecchie o nuove, deve comunque scrivere qualcosa. Ovviamente d’inutile. E commettendo un reato. Un lavoro di restauro, quello della chiesa, che è stato profondo e di carattere strutturale e che ha riguardato la fabbrica nel suo complesso, l’inclinazione delle colonne, le strutture lignee di copertura e le lesioni della cupola. Quando sono iniziati i lavori la chiesa era inagibile e chiusa al pubblico da oltre tre anni, a seguito del manifestarsi, appunto, di quelle criticità strutturali – oggi risolte – che ne avevano messo in pericolo la staticità.

Tornatacome «nuova» – anche grazie ai soldi messi dalla Chiesa, quelli raccolti con la campagna «Sostieni San Paolo» e da quelli stanziati dalla Fondazione Pisa –, la risposta del primo vandalo di passaggio è stata quella di macchiarla un’altra volta. La scritta, oggi, appare leggermente sbiadita probabilmente nel tentativo di ripulirla. Ma, purtroppo, si vede ancora bene. Come si vedono le scritte sulla vicina e antica cappella di Sant’Agata al centro di un accordo tra Comune e dipartimento di architettura dell’Università di Firenze che prevede un progetto di recupero e restauro per renderla sede espositiva-culturale. La cappella ottagonale, la cui esistenza risale almeno al 1132, versa oggi in condizioni di assoluto degrado, «avvalorato» anche dalle scritte. Il tutto, nonostante la rabbia dei cittadini sui social davanti ad una città d’arte e cultura, costretta come altre, a fare i conti con l’ignoranza, spesso inconscia. Ma non per questo dagli effetti meno gravi.