Covid, Lopalco: "La chiusura delle discoteche è l’ultima spiaggia”

Secondo Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell'università di Pisa "c'è bisogno di qualche controllo in più e della giusta informazione ai giovani, che passa anche attraverso le famiglie"

Pierluigi Lopalco

Pierluigi Lopalco

Pisa, 12 agosto - "Avviare ora una discussione sull'obbligo del vaccino, non è solo prematuro: è una totale perdita di tempo. Ma si sa, l'Italia è il Paese del tifo (intendo quello sportivo). Se non si formano le tifoserie, non si è contenti. Ecco, io abolirei l'obbligo di tifare". La pensa così Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell'università di Pisa, sullo 'scontro' fra i due schieramenti trasversali di favorevoli e contrari all'obbligo per il vaccino contro Covid-19 quando sarà disponibile.

"Se e quando arriverà un vaccino anti-Covid19 disponibile per una vaccinazione di massa - scrive Lopalco su Facebook - dovremo vedere come funziona, se sarà efficace contro l'infezione o solo nel limitare i danni della malattia. Quanto durerà l'efficacia, quale sarà il suo livello di tollerabilità e in quante dosi dovrà essere somministrato. Insomma, si dovrà decidere su tanti aspetti, non tutti semplici. Se sarà accettato o meno, se la gente farà o meno la fila per ricevere il vaccino, dipenderà in larga parte proprio dalle caratteristiche del vaccino. Avviare ora una discussione sull'obbligo, non è solo prematuro: è una totale perdita di tempo", ribadisce a proposito dell'"obbligo di discutere sul nulla".

Per quanto riguarda le discoteche Lopalco sostiene che i locali da ballo "sono più controllabili della movida libera". "Ma, ovviamente, - sostiene l'epidemiologo -  c'è bisogno di qualche controllo in più e della giusta informazione ai giovani, che passa anche attraverso le famiglie. La chiusura di queste strutture deve essere l'ultima spiaggia". "Questo è il ragionamento che abbiamo fatto in Puglia per l'apertura delle discoteche all'aperto - spiega l'esperto - i ragazzi che ballano all'interno di una discoteca lo fanno in condizioni più controllate rispetto a quelle che seguirebbero altrove, nella cosiddetta 'movida'. Per questo considero inopportuno chiudere le discoteche: i ragazzi troverebbero da soli le alternative, in feste sulle spiagge, in città. Aggregandosi liberamente. Con più rischi". E' ovvio che "dobbiamo scoraggiare assembramenti eccessivi e scarso rispetto delle regole. E se nella realtà dovessero verificarsi situazioni ad alto rischio, questa prospettiva andrebbe sicuramente rivista". 

Ma per l'esperto si tratta di un tema da affrontare globalmente. "Discoteca e movida vanno considerate insieme. Chiudere le discoteche e lasciare alla libera iniziativa l'aggregazione dei giovani sarebbe ipocrita. Si sposterebbe solo altrove il problema". Serve sicuramente il controllo sul rispetto delle regole "ma soprattutto informazione, anche nei luoghi dove i ragazzi si riuniscono. E nelle famiglie, che restano il punto di forza dell'educazione dei ragazzi. I nostri giovani sono in grado di intendere e di volere, ma vanno informati. Ciò a cui stiamo assistendo oggi è frutto di una comunicazione sbagliata. E' passato il messaggio che il virus fosse scomparso e che i ragazzi fossero immuni. Ma se facciamo loro capire che il virus è ancora un problema reale - e che lo è anche per loro - le cose cambierebbero", conclude Lopalco.