"Vaccinarsi: per me un dovere deontologico"

Il direttore della Rianimazione, Paolo Malacarne ha ricevuto la prima dose: "Ora meno malati, ma stessa gravità, anche 40enni"

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di Antonia Casini

PISA

"Farsi il vaccino per me è un dovere". Il direttore dell’Unità operativa di Anestesia e Rianimazione di Cisanello di Pisa, il dottor Paolo Malacarne, spiega il perché domenica mattina è andato negli ambulatori dell’edificio 3 dove ha ricevuto la prima dose.

"La direzione dell’ospedale ha deciso in questi primi tre giorni dell’anno di partire dai sanitari, medici, infernieri, oss, che lavorano con i malati Covid, sia direttamente che indirettamente. Quindi, ho seguito le indicazioni dei colleghi e mi sono recato anche io".

Nel suo reparto hanno aderito tutti alla campagna?

"Su 25 medici in 23 lo hanno già fatto, gli altri lo faranno a breve, ma hanno rimandato solo per motivi organizzativi".

Il vaccino è sicuro?

"E’ una domanda alla quale non sappiamo rispondere, così come a ‘che tipo di protezione dà?’. Diciamo che ho fiducuia in coloro che mi dicono che il vaccino è sicuro e darà una protezione, quanto durerà non si sa. Mi sembra che sia ragionevole pensare che questo vaccino vada fatto".

Ne è convinto, quindi.

"Come medico, che lavora sia con malati Covid che non, ho il dovere deontologico di sottopormici per proteggere gli altri, prima che me stesso. Non ho mai fatto il vaccino antinfluenzale, ma solo perché ho pensato ‘anche se mi becco l’influenza, dato che sono ancora giovane, non dovrebbe succedermi nulla’. Ma questo sì, prima di tutto per tutelare le altre persone".

E’ stato veloce?

"Sì. Organizzazione ottimale. Poi sono rimasto una ventina di minuti a chiacchierare, a debita distanza, con i colleghi. Dopodicé ho fatto un salto in reparto".

E com’è la situazione?

"Stabile, non siamo in affanno con i posti letto, ma la malattia resta grave. Nella mia terapia intensiva Covid ho 6 pazienti gravi su 8. Alcuni giovani: hanno 45, 50, 52 anni".

Ma gli effetti di questi semi-lockdown si sentono?

"Numericamente sì, ma una percentuale resta comunque grave".

Dove avvengono adesso i contagi?

"Vediamo i soliti cognomi. Quindi, in ambito prevalentemente familiare".

Gli effetti delle feste?

"Qualcuno ha disatteso le regole e i suggerimenti dati".

Che cosa ne pensa della riapertura delle scuole?

"Parlo volentieri della Rianimazione e dell’ospedale che conosco e so dove si insinuano le trappole. Delle scuole so solo quello che si legge sui giornali e si ascolta in televisione".

Come vede il futuro?

"Nonostante tutte le incognite che ancora ci sono sul vaccino, lo vedo come la soluzione, ma so anche che senza le mascherine e il buon comportamento non ce la può fare da solo".

Quindi?

"In questo periodo, è importante continuare a usare le mascherine e avere un comportamento intelligente. Se giovedì faccio la notte e venerdì è una bella giornata e decido di andare a Marina, ma sul lungomare vedo che c’è ressa, torno indietro se constato assembramenti in corso Italia, a comprare un libro da Feltrinelli ci andrò un altro giorno".

E in famiglia?

"Stamani sono stato da mia suocera, le ho portato la spesa: ho indossato la mascherina, sono rimasto a due metri di distanza, e sono venuto via. La responsabilità è nostra, ora a maggior ragione perché non possiamo vanificare l’effetto del vaccino".