Università in Antartide tra i segreti dei ghiacci

L’Ateneo e Cnr partecipano alla missione Magic con due ricercatori. Partita a metà novembre la spedizione per l’analisi delle rocce e magma vulcanico

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Determinare i cambiamenti climatici e misurare l’influenza dell’uomo sulla loro evoluzione attraverso l’analisi e lo studio dei ghiacci e delle rocce vulcaniche presenti in Antartide. E’ questo il principale obiettivo della missione Magic, acronimo che sta per Magma e Ice, ovvero interazione tra magma e ghiaccio, la spedizione in Antartide che coinvolge l’Università di Pisa, il Cnr e l’Ingv, Istituto di geologia e vulcanologia, di Pisa e l’Università di Perugia. La spedizione è la ventottesima missione del Programma nazionale di ricerche in Antartide, PNRA.

Partiti a metà novembre i ricercatori che fanno parte della spedizione, l’italiano Samuele Agostini del Cnr e il britannico, accademico della Università di Leicester, John Smellie ospite della Università di Pisa come uno dei massimi esperti al mondo della materia, faranno rientro in Italia nei prossimi giorni, dopo aver trascorso un periodo di circa dieci giorni a diretto contatto con il territorio dell’emisfero australe della Terra, il continente più a sud del nostro pianeta.

Responsabile del progetto è il professor Sergio Rocchi, ordinario di petrografia al Dipartimento di Scienze della Terra dell’ateneo pisano.

Il docente guida il progetto "da casa" dopo aver partecipato a ben cinque precedenti spedizioni in Antartide.

"E’ giusto lasciare spazio anche ai più giovani – ha detto il professor Rocchi – quella in Antartide è un’esperienza affascinante oltreché formativa per tutti i ricercatori che hanno la fortuna e la possibilità di avvicinarvisi. Il lavoro della spedizione attualmente in corso consiste nel recuperare carote di ghiaccio e di magma fuoriuscito dal vulcano Melbourne, uno dei vulcani attivi in Antartide, nel corso dell’ultima eruzione, che risale comunque a molte decine di anni fa.

Dai dati ricavati dai campioni – ha aggiunto Rocchi – attraverso lo studio dell’aria intrappolata nel ghiaccio e degli isotopi contenuti nella lava possiamo arrivare a misurare lo spessore della crosta di ghiaccio nei decenni e nei secoli passati e quindi misurare le variazioni naturali che il clima ha subito prima dell’arrivo dell’uomo e di conseguenza stabilire quale sia stata l’influenza dell’uomo sulle variazioni del clima dei giorni nostri".

La spedizione Magic fa capo alla base di Terranova Bay ora intitolata alla memoria di Mario Zucchelli, ingegnere dell’Enea per molti anni a capo del progetto Antartide, base costruita nel 1985 che occupa durante il periodo di apertura estiva, inverno per noi in Italia, circa ottanta persone tra ricercatori, guide e operatori. Il lavoro della missione che coinvolge in totale dodici ricercatori si concluderà con la consegna dei risultati nel mese di luglio del prossimo anno.

"Ci aspetta nelle prossime settimane un lavoro impegnativo e appassionante, ma mai quanto "vivere" l’Antartide – ha concluso con un po’ di nostalgia il professor Rocchi – un paesaggio straordinario per molti tratti simile al deserto africano. E come per chi esce da quella esperienza si parla di mal d’Africa, così noi ricercatori soffriamo il mal d’Antartide".

Giuseppe Pino