La casa nel Mar Rosso non c’era. Fra i truffati anche mister Ulivieri

A settembre al via il processo. Tutti i casi finiti in Tribunale

Mister Renzo Ulivieri è tra i truffati dall’immobiliare che prometteva case sul Mar Rosso

Mister Renzo Ulivieri è tra i truffati dall’immobiliare che prometteva case sul Mar Rosso

Pisa, 7 gennaio 2018 - Il 2018 sarà un anno in cui diversi casi di truffe (vere o false lo diranno le sentenze) che hanno «acceso» le nostre cronache, diventeranno processi in tribunale. Truffe ai danni anche di vip. Pensiamo a Renzo Ulivieri, «agganciato», insieme ad altri 65 beffati, da uno dei promoter della fantasmagorica quanto finta operazione immobiliare sul Mar Rosso, e convinto ad investire i suoi risparmi a Marsa Alam. Invece gli immobili da affittare o da andarci in vacanza erano solo una truffa. Il processo comincia a settembre a Firenze. Imputati: Roberto Melchiorri, 52 anni, Tomaso Magagna, 50 anni, Bassem Gobran, 47 anni; Corrado Corabin, 63 anni; Valentino Guarise, 60 anni; i promotori Marcello Lombardi e Lucia Ferrise, residenti a Larciano e la trevigiana Mirna Micheletto. Molto prima, tra un paio di settimane, comincia il processo – in questo caso a Pisa – per Luciano Lagordi, 65enne, commercialista pisano accusato di numerosi episodi di truffa e appropriazione indebita aggravata ai danni di almeno 19 ex clienti, imprenditori e professionisti di Pisa, Cascina e Pontedera. Lagordi è accusato di aver fatto sparire almeno 2 milioni di euro. Soldi consegnati dai clienti per pagare contributi, imposte e Iva. Il caso è finito anche a Mi manda Rai Tre

E’ iniziato ad ottobre a Varese il processo per la truffa internazionale «Puerto Azul» per la quale i truffatori usavano, a loro insaputa come testimonial, i nomi di Andrea Bocelli e John Travollta. Una truffa che, secondo l’accusa, sarebbe stata consumata ai danni di oltre 200 investitoriche avevano versato oltre 20 milioni di euro, credendo al progetto immobiliare della costruzione sull’atolo «Blue Hole», al largo delle coste del Belize.

Nelle prossime settimane ci saranno anche le prime sentenze in abbreviato per la maxi truffa all’Inps di Pisa (l’accusa è però peculato): oltre un milione di euro, usciti dalle casse per mano dell’allora funzionario Antonino Finocchiaro, 59 anni, di Pontasserchio, reo confesso. A febbraio si terrà l’udienza davanti al gup per definire la pena dell’impiegato infedele e di altri cittadini spesso soldali inconsapevoli. Un troncone è al dibattimento

Nel 2017, invece, tra assoluzioni e prescrizioni, la Cassazione è stata il capolinea delle truffe di Donato Filippi, 59 anni, origini pisane, a cui gli ermellini hanno passato definitivi gli 8 anni inflitti dalla Corte d’Appello di Genova dove il processo era stato spostato perché tra le parti offese c’erano dei magistrati di cui tre ora in servizio a Pisa tra Tribunale e Procura. E Filippi per vendetta (si erano occupati di procedimenti che lo riguardavano) anche nei loro confronti, aveva messo in atto la truffa della casa. Una sorta di «scippo» dell’immobile che l’uomo portava all’obiettivo falsificando atti giudiziari «apparentemente emessi da tribunali» e che si riferivano «a decisioni immaginarie assunte da giudici inesistenti». Quindi depositava l’atto nelle conservatorie che lo registravano garantendogli il trasferimento del bene. Su una sessantina di immobili confiscati nell’indagine, almeno la metà si trova in provincia. Dopo la vendita e l’intestazione del bene a società inesistenti chiedeva anche il rimborso dell’Iva.