Tutti incollati alla tv: "Pisa, adesso credici"

Circoli, bar e bagni del litorale sono il ritrovo per i tifosi nerazzurri: "Il Covid ci sta togliendo molto, ma non toccherà la nostra passione".

di Andrea Martino

Ci sono accostamenti di cognomi che, se declamati con un ritmo cadenzato, somigliano alla perfetta armonia delle terzine con le quali Dante ci fece addentrare nei misteri della Divina Commedia. Ecco che "Albertosi, Burgnich, Facchetti" oppure "Zoff, Gentile, Cabrini" scaldano il cuore a tutti gli appassionati di calcio: sono, come e più di tanti altri incipit, il prologo a una serie di ricordi ed emozioni positive collegati alle partite della Nazionale azzurra.

Le estati degli anni pari sono, per tradizione, il momento catartico di questa poesia pallonara: rappresentano le "Notti magiche" cantate nel 1990 da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato. Il Coronavirus ha stravolto anche questo appuntamento fisso, ma non ha fatto i conti con un gruppo di uomini, guidato in modo magistrale da un allenatore "un po’ grosso" (come si definisce ironicamente lo stesso D’Angelo), che nel breve volgere di quattro partite ha fatto innamorare perdutamente una provincia intera. Il Pisa, ogni volta che scende in campo, è sorretto dall’amore a distanza di migliaia di tifosi assiepati, nel rigoroso rispetto delle norme anticontagio, davanti agli schermi che trasmettono la partita. Che siano bar, circoli o stabilimenti balneari, la Pisa-mania è dilagata: "C’è tantissimo entusiasmo e la netta sensazione che quello che fino a qualche settimana fa era un sogno, adesso è più vicino alla realtà". Daniele Buj, titolare del Bar Nerone in via Bianchi, spiega che "in occasione delle partite un gruppo fisso di clienti prenota la terrazza del locale. Quando il Pisa segna è dura resistere all’impulso di abbracciarci, ma dobbiamo farlo".

Persino il bagnasciuga e l’aria salmastrosa del litorale passano in secondo piano quando scendo in campo Gucher e compagni: al Bagno degli Americani circa 50 persone si radunano davanti al ledwall per seguire le partite. "Le prestazioni della squadra favoriscono l’afflusso degli spettatori – commenta Davide Bani -. In occasione della finalissima di Trieste, un anno fa, la spiaggia sembrava la Curva Nord. Abbiamo deciso di riproporre questo servizio perché molti tifosi ce lo hanno chiesto". Persino i supporters più appassionati, come i fedelissimi del Club Autonomo, si sono adeguati alla realtà del calcio ai tempi del Coronavirus: "Ci ritroviamo tutti nella sala del Circolo Arci Pace e Lavoro – spiega Marco Pavolettoni, presidente del club e gestore del locale situato in via Nino Pisano -. I posti sono stati contingentati per rispettare il distanziamento: soltanto 23 persone possono seguire il match. Purtroppo la pandemia ci ha tolto le due cose più belle, a nostro modo di vedere, del calcio: i festeggiamenti e gli abbracci dopo i gol e le trasferte. Sappiamo però che la squadra percepisce il sostegno del suo popolo anche da lontano, e quindi noi alziamo ancora di più la voce: i nostri cori li raggiungono anche attraverso lo schermo".