Turni guardia medica, proteste e retromarcia

Stop alle notti, Giani ci ripensa. Intanto il sindacato autonomo Medici Italiani e il movimento Orgoglio Partite Iva pronti alle barricate

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La guardia medica stacca a mezzanotte, e lascia i malati alle ‘centrali telefoniche’. Almeno era quanto stabiliva l’ordinanza 107 dello scorso 11 novembre, emanata dal presidente della Regione Toscana: poi ieri l’improvvisa marcia indietro di Giani. "Soltanto se l’emergenza dovesse aggravarsi potremmo essere costretti a modulare il personale assegnato per fronteggiare al meglio la pandemia. La guardia medica resta senza indugio il presidio di tutela della salute per tutte le nostre comunità" rassicura il presidente tramite un post Facebook . Nessuna interruzione del servizio alle 24, con sostituzione da un servizio di consulto al telefono, per il momento.

A protestare contro l’interruzione della continuità dell’assistenza era stata per prima la Federazione italiana sindacale dei medici uniti (Fismu), sottolineando come la scelta della Regione avrebbe potuto portare a gravi conseguenze sulla tenuta del 118 e dei pronto soccorso. "Depotenziare in questo periodo è un rischio che non si deve correre" commenta Alessio Lambardi, medico di famiglia a Pontedera e presidente regionale Snami. "Nel caso in cui l’ordinanza diventasse effettiva rimarrebbero soltanto tre medici per il turno di notte, per Pisa e tutta la sua provincia. Ad oggi, durante la settimana, ve ne sono a disposizione tre su Pisa, due a Cascina, uno a testa per San Giuliano, Bientina, Pontedera, Ponsacco, Peccioli, Ponteginori. Anzi, di solito durante le ondate influenzali era possibile anche aggiungere personale".

"Non attuando l’ordinanza non si corre il rischio di poter intasare il 118 -prosegue Lambardi- anche perché secondo i dati a disposizione della Regione spesso chi si rivolge alla guardia medica non necessita di ospedalizzazione immediata. Vedremo comunque cosa succederà nelle prossime settimane. La speranza è che questa occasione consenta di ripensare radicalmente il ruolo e le funzioni di un servizio che rimane comunque prezioso, una volta terminata l’emergenza sanitaria: chi fa la guardia medica deve avere a disposizione strumenti adeguati, ed anche la possibilità di fare telemedicina". L’ordinanza aveva scatenato anche le critiche di OPI, il movimento Orgoglio Partite Iva nato durante il primo lockdown: "Fortunatamente è arrivata la marcia indietro, per una misura che penalizzava fortemente i piccoli comuni e i loro cittadini, in un periodo in cui ospedali e medici sono al collasso" commenta Michele Paolicchi, coordinatore provinciale.

Iacopo Catarsi