Travolto e ucciso da un treno. C’è il giallo di un’auto bruciata

Pisa: aveva 19 anni, era con un amico. Il dramma all’alba

Pisa, 22 dicembre 2017- Prima l’incendio di un’auto, poi la fuga a piedi verso i binari e l’impatto col treno in corsa che non gli lascia scampo. Una scena raccapricciante sotto gli occhi dell’amico che vede il suo corpo esanime con il casco ancora ben agganciato alla testa. 

Muore così un diciannovenne pisano d’origine russa che all’alba di ieri si trovava insieme a un amico diciottenne in una stradina di Riglione (Pisa) che corre lungo la linea ferroviaria. La stessa via dell’Alberello dove qualche attimo prima, verso le 4, una Ford Fusion parcheggiata davanti d un’abitazione aveva preso fuoco per mano di ignoti. Due fatti apparentemente distinti, ma terribilmente vicini nello spazio e nel tempo. Tanto da spingere gli inquirenti a scavare nelle esistenze dei due pisani e del proprietario stesso della macchina andata semidistrutta per trovare possibili eventuali legami, quindi un possibile ed eventuale movente che avrebbe potuto spingerli a compiere l’«atto vandalico».

A dare l’allarme una decina di minuti dopo l’investimento è stato il superstite, che si era allontanato in preda al panico. Ha chiamato il 113 piangendo, trovando a stento la forza per raccontare quanto accaduto e condurre poi gli agenti fino al cadavere del ragazzo. Fatale per la vittima proprio il casco che – secondo una prima ricostruzione – gli avrebbe impedito di sentire i richiami dell’amico e l’arrivo del regionale che ha trascinato poi i suoi resti fino alla stazione d’arrivo di Pistoia.    Lo stesso casco che, in base a quanto ipotizzato dagli investigatori, sarebbe stato usato per ‘nascondersi’ da sguardi indiscreti mentre appiccavano il fuoco alla Ford. Da qui l’idea che i due amici stessero scappando a piedi dopo aver scavalcato la massicciata che chiude via dell’Alberello: la rete verde risultava ieri visibilmente piegata e i residenti assicurano che non fosse così il giorno prima. I giovani avrebbero dunque attraversato i binari alle prime luci dell’alba per raggiungere, molto probabilmente, un’auto parcheggiata nell’opposta via delle Capannelle per allontanarsi in velocità. Chi abita nella zona ha raccontato di aver sentito il treno suonare più volte in modo anomalo, ma di non aver visto la coppia né sentito urla. Il personale della Polfer, della questura di Pisa, di Fs e l’autorità giudiziaria (a coordinare l’inchiesta è il il pm Lydia Pagnini) hanno effettuato i rilievi di rito.   Al momento c’è il massimo riserbo sulla versione che l’amico del 19enne (a suo carico nessun provvedimento giuridico, ndr) ha fornito dopo aver trascorso l’intero pomeriggio a colloquio in questura, in attesa che venga eseguita l’autopsia sul corpo.  Intanto la famiglia della vittima è distrutta dal dolore. «Lo avevamo adottato nel 2006 – racconta il padre tra i singhiozzi – nella speranza di dargli un futuro migliore. Non posso credere che la sua esistenza sia finita così». Il diciannovenne aveva da poco lasciato il liceo per lavorare, ma si era dovuto accontentare di impieghi saltuari nei locali di Pisa. Una precarietà che, secondo i genitori, aveva guastato la serenità del figlio.