Tentato omicidio: condannato a 10 anni per la raffica di coltellate

Il caso di Navacchio: l’aggredito, tra le urla dei pazienti del poliambulatorio, venne soccorso dai volontari della Misericordia

Carabinieri (Foto di repertorio)

Carabinieri (Foto di repertorio)

Pisa, 24 febbraio 2021 - Una raffica di coltellate che valgono 10 di anni di carcere. Questa è stata la richiesta del pubblico ministero Giovanni Porpora, all’esito della requisitoria, ieri mattina, in sede di giudizio abbreviato per Abdullah Ahmed Saeed. E questa è stata la pena disposta dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pisa Giulio Cesare Cipolletta dopo la camera di consiglio. Abdullah Ahmed Saeed è il 29enne somalo che venne arrestato nel settembre scorso per tentato omicidio. L’imputato aggredì un connazionale, al culmine di una lite, colpendolo con un coltello all’addome e alle gambe. Il fatto accade in via Cammeo a Navacchio.

E’ qui che cominciò il diverbio. e cui ragioni non sono mai state ben chiarite. Ieri mattina, prima delle discussione, il 29enne è stato sentito in aula e ha raccontano la sequenza dei fatti e chiarito la sua posizione. Ma non sarebbe emerso, tuttavia, si apprende, un reale movente tanto che, fino ad oggi, la ragione di quell’aggressione è rimasta legata ad un presunto diverbio. Il movente non era emerso neppure durante le indagini immediate e capillari dei carabinieri della compagnia di Pontedera. Dopo una spedita attività d’indagine l’uomovenne rintracciato a Cecina con attività congiunta dei militari di Pontedera e di quelli di Cecina. L’uomo venne trovato nel luogo in cui abita e dove era tornato dopo l’ assalto. Il connazionale, ferito gravemente, venne ricoverato in condizioni disperate all’ospedale Cisanello di Pisa e immediatamente sottoposto a interventi chirurgici.

Il 29enne – detenuto al carcere Don Bosco di Pisa per questa vicenda – secondo la ricostruzione dei fatti, avrebbe tirato fuori il coltello avventandosi sul rivale che cercava riparo nella vicina struttura sanitaria dove, alla fine, l’aggressore lo inseguì per colpirlo ancora. Il tutto avvenne tra le urla, prima della vittima, poi dei pazienti in attesa del loro turno per le visite, all’esterno del poliambulatorio della Misericordia a Navacchio.

Furono i volontari e il personale della Misericordia a prestare i primi provvidenziali soccorsi alla vittima, probabilmente salvandogli la vita. Mandato a giudizio immediato dalla Procura di Pisa, il difensore, nei termini di legge, ha chiesto e ottenuto il processo con rito abbreviato condizionato all’esame dell’imputato. In sede di discussione l’avvocato Rondoni, si apprende – che ha depositato anche una memoria – ha tra l’altro evidenziato tutte le ragioni per poter auspicare almeno una derubricazione in lesioni personali aggravate, anche in considerazione della sua condotta processuale, e del fatto che nell’immediatezza si sottopose all’arresto senza cercare in qualche modo di sviare dalla sua persona le responsabilità dell’accaduto.

Il connazionale, presente in aula, era assistito come parte offesa dall’avvocato Roberto Nocent. Lette le motivazioni della sentenza l’avvocato Rondoni, anche per le conclusioni che aveva esposto in arringa al giudice, molto probabilmente presenterà appello.