Teatro Rossi, è polemica per le foto dei giovani che stuccano e puliscono

Sulla pagina facebook Teatro Rossi Aperto sono apparse le fotografie di alcuni giovani impegnati in lavori di stuccatura e pulizia. E si è scatenata la polemica

Teatro Rossi Aperto (foto da facebook)

Teatro Rossi Aperto (foto da facebook)

Pisa, 9 aprile 2019 - C’è chi, a Pisa, deturpa i luoghi pubblici e i beni comuni con le bombolette spray, come è avvenuto giovedì e venerdì notte, con la precisa volontà di offendere. E c’è pure chi, forse perché privo di strumenti intellettuali e ignaro di leggi e decreti, deturpa luoghi e beni pubblici con spatole, stucchi e attrezzi da muratore, credendo di far del bene e improvvisandosi restauratore.

Ma, stando alla polemica che è nata su facebook, si tratterebbe di abusi, o, come li definirebbe il codice penale se questi fossero accertati, di danneggiamenti di beni storico-artistici. È quello che sta avvenendo in queste ore al Teatro Rossi, il gioiello pisano di piazza Carrara, di proprietà del Demanio, chiuso da tempo per questioni di sicurezza ma aperto dagli occupanti abusivi che da diversi anni vi tengono spettacoli e laboratori teatrali molto frequentati. Ieri pomeriggio sono comparse sulla pagina facebook Teatro Rossi Aperto le fotografie di alcuni giovani impegnati in lavori di stuccatura e pulizia. Lavori probabilmente di rimessa a nuovo in vista della stagione teatrale il cui inizio viene pubblicizzato dagli occupanti a partire dall’11 aprile. Quelle foto hanno fatto inorridire e gridare allo scandalo moltissimi utenti di facebook e tanti professionisti dei beni culturali, per diverse ragioni. Il teatro Rossi è difatti un bene pubblico, dichiarato di interesse storico artistico, di proprietà del Demanio e da molti anni bisognoso di un restauro.

Proprio per accendere i riflettori sulla necessità di tenere aperto e funzionante il Teatro e di restaurarlo, anni fa, l’allora soprintendente vi fece girare alcune puntate di uno show televisivo. Per ragioni di sicurezza, già da allora, il Teatro poteva accogliere un numero molto ridotto di spettatori. Avvenne però che, nonostante fosse tutto sotto controllo e gestito dalla Soprintendenza, la Procura sequestrò il Teatro e da lì iniziarono i problemi. Il Teatro, ormai chiuso, fu rioccupato nel 2013 e alla denuncia di occupazione abusiva sporta dalla Soprintendenza non fu mai dato seguito con lo sgombero del bene pubblico occupato. In tutti questi anni, gli occupanti hanno così tenuto aperta la struttura, realizzato laboratori e stagioni teatrali e gestito il teatro in totale autonomia e come se fosse una struttura regolare e in regola a tutti gli effetti. Sfidando comunque la sorte, visto che il Teatro fu chiuso una prima volta proprio per problemi di sicurezza.

Nonostante diverse proteste, ma sporadiche, il Teatro Rossi non è mai stato liberato e la situazione di illegittimità è stata implicitamente accettata per tutti questi anni. Ma adesso sono in tanti a insorgere e a non poter accettare che in quell’edificio storico si facciano lavori di manutenzione che dovrebbero essere invece affidati a restauratori provetti e muniti di un progetto. La legge e il Codice dei Beni Culturali parlano chiaro. Se fosse accertato che quei lavori non siano autorizzati e illegittimi si configurerebbero almeno tre fattispecie di reato, come spiegano alcuni professionisti dei beni culturali: art. 733 del Codice penale, cioè danneggiamento del patrimonio, che prevede anche l’arresto fino a un anno più la confisca del bene deteriorato); il decreto 42 del 2004, art. 169, che prevede l’arresto da 6 mesi a 1 anno e un’ammenda fino a 38mila euro; il reato di danneggiamento approvato il 18 ottobre 2018 che rafforza quanto espresso in materia dal Codice dei Beni Culturali.