REDAZIONE PISA

Super-Angelo in pista per San Piero a Grado

Il runner 93enne abita in via Livornese e scrive al sindaco Conti: "I marciapiedi, la pensilina dei bus, la Basilica: qui c’è tanto da fare"

Angelo Squadrone è l’uomo dei record. Non si arrende mai. E dopo aver portato a casa anche l’ultima mezza maratona di Pisa, ha deciso di lanciare un’altra sfida. Non una corsa, non ci sono chilometri da macinare questa volta, ma una ferita da rimarginare. Nei giorni delle feste ha scritto anche una letterina indirizzata a Gesù. Anzi, al sindaco Michele Conti. Obiettivo: riaccendere i riflettori su San Piero a Grado. Squadrone – di origini pugliesi, pisano d’adozione dal 1954 - ha 93 anni. Quattro volte campione italiano master, 8 volte campione europeo, 4 mondiali nel curriculum, il progetto di partecipare ai campionati europei di Braga, in Portogallo, il prossimo 20 febbraio. Nel suo cuore c’è, però, San Piero a Grado, dove abita dal 1979. E un desiderio da esaurire. "Abito a San Piero a Grado, sulla via Livornese, la quale però non ha mai avuto un marciapiede sino alla Vettola, sul quale poter camminare in sicurezza. C’è un ottimo servizio di autobus alle cui fermate però, attualmente, non è stata collocata neppure una pensilina per ripararsi (nell’attesa) dalla pioggia, dal freddo invernale e dal caldo estivo. E poi: la pista ciclabile? Anche il nuovo percorso del trammino ci ha tagliato fuori, da La Vettola in poi cambia tragitto. Ed invece sono anni che chiediamo che venga tombato il fosso per recuperare spazio per la sosta e dotare via Livornese di una pista ciclabile. Sarò esaudito?".

Ma c’è di più. C’è una Basilica e un mozzicone di campanile che non trova pace e per il quale Squadrone, negli anni, si è impegnato a più riprese. Squadrone fa appello al Soprintendente dei beni culturali di Pisa a all’arcivescovo: "La nostra stupenda Basilica riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità è visitata da tantissimi turisti e pellegrini provenienti da tutta Italia e dal mondo ma non è dotata di un punto d’accoglienza. Chi arriva non trova neppure i servizi igienici, né informazioni sul monumento. Senza dimenticare le tre stupende campane, che attendono da 76 anni che venga completata la ricostruzione del loro campanile fatto saltare durante la seconda Guerra Mondiale". Nel 2000 i residenti fondarono il Comitato per la valorizzazione della Basilica: 12 cittadini, Squadrone compreso, guidati dal parroco Monsignor Mario Stefanini che riuscirono a raccogliere oltre 3mila firme e, con l’aiuto dell’Arcivescovo Monsignor Alessandro Plotti, anche ad ottenere il finanziamento per il completamento del Campanile, ricostruzione che era stata interrotta nel 1955. "Ma una serie di problemi burocratici – ricorda Angelo Squadrone – portarono al dimezzamento del finanziamento concesso dal Governo tanto che il campanile si è fermato all’altezza di 16 metri, come lo vediamo oggi. Il resto dei soldi, un milione di euro, sono rimasti nelle casse della Soprintendenza di Firenze. I vari Ministri che si sono succeduti al Governo, hanno sempre promesso che avrebbero rifinanziato il completamento. Ma a tutt’oggi è tutto fermo". E nel frattempo i vari protagonisti della battaglia sono scomparsi: l’Arcivescovo Plotti e Monsignor Stefanini non ci sono più. E anche altri membri del Comitato sono deceduti. Rimangono "pochi sopravvissuti delusi e scoraggiati". Rimane Angelo Squadrone che nel 2015 fece restaurare a proprie spese la statua di San Pietro ora collocata all’interno della Basilica e che anche questa volta ha deciso di non arrendersi.

Francesca Bianchi