Sulla peste suina vedo interventi troppo blandi

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Claudio

Capecchi*

Perplessità in merito alle deboli misure di contrasto alla Peste suina africana adottate nel Lazio e preoccupazione per la possibile diffusione anche in Maremma della malattia che oggi ha colpito solo i cinghiali ma che può passare anche ai suini. Temiamo per le ripercussioni su tutto il patrimonio zootecnico suino sia perché se si verificasse il passaggio dai cinghiali ai maiali, le norme europee prevedono l’abbattimento dei suini domestici in cui è stato riscontrato il focolaio, e per le inevitabili ripercussioni sul commercio comunitario ed internazionale di animali vivi e dei loro prodotti. Per tali motivi è difficile comprendere perché a Roma non siano state introdotte misure fortemente restrittive come quelle imposte nelle zone rurali di Liguria e Piemonte, con chiusure di interi comuni ad ogni tipo di attività, agricola, forestale e turistica. Anche se oggi le zone rosse sono state individuate, il timore è alto dato che la Toscana confina proprio con il Lazio e la Liguria. Per scongiurare che la Psa possa trasformarsi in una possibile piaga nazionale, auspichiamo che vengano adottate, senza esitazioni, tutte le norme di biosicurezza previste nel Piano nazionale, la sorveglianza passiva nel settore domestico e nel selvatico. E’ bene chiarire che l’uomo ne è immune, ma è possibile vettore tramite calzature, vestiario, automezzi e attrezzature. Vanno però evitati gli allarmismi perché nella nostra regione, ad oggi, non vi sono casi di Psa accertati, ma proprio per questo la prevenzione deve essere ferrea. Una terra come la Maremma, dove la presenza di cinghiali è alta e dove l’agricoltura, il paesaggio e l’agriturismo rappresentano un forte elemento di richiamo turistico, ha bisogno di certezze e di interventi rassicuranti. Abbiamo più volte chiesto programmi di contenimento degli ungulati, ora per salvare il comparto produttivo suinicolo e il fatturato derivante dai turisti che vogliono vivere le bellezze della nostra campagna e degustare i prodotti locali, è arrivato il momento di prendere iniziative urgenti.

*Presidente Cia

Grosseto