Indagini approfondite e a tutto tondo. Si attendono le risposte dell’autopsia

Tecnicamente la Procura di Pisa procede per istigazione al suicidio

Il procuratore Alessandro Crini

Il procuratore Alessandro Crini

Pisa, 31 luglio 2021 - Il matching tra i profili di Dna ha dato una prima drammatica risposta alla scomparsa di Francesco Pantaleo, lo studente 23enne marsalese scomparso da Pisa sabato scorso. Ma non ha chiarito, ovviamente, i misteri che ancora circondano questa tragedia sulle quale l’indagine, si apprende, sarà approfondita e capillare. Si procede, al momento, come titolo di reato, per istigazione al suicidio. Inizialmente, dopo il ritrovamento del corpo dato alle fiamme e rimasto per giorni senza un nome, il fascicolo era aperto per omicidio, anche per dare agli inquirenti uno spettro più ampio di azione per risolvere il caso. Nulla, ancora, viene escluso a priori: gli accertamenti medico legali - probabilmente sarà fatto un tentativo di anticiparli (erano slittati alla prossima settimana) daranno risposte decisive per il proseguo dell’inchiesta: sarà prioritario, intanto, escludere responsabilità di terzi evidenziando eventuali ferite, nella morte del giovane che era improvvisamente diventato un fantasma poche ore dopo un ultimo contatto con i familiari ai quali era apparso sereno, in attesa del responso dell’ultimo esame. Le indadini sul caso sono coordinate dal pubblico ministero Lydia Pagnini.

Sotto la lente cause della morte e movente. Appena giunto il responso del Dna - isolato in tempi rapidissimi - è stato subito informato il procuratore Alessandro Crini che stava seguendo da vicino l’evolversi dei due casi: il corpo carbonizzato trovato nel campo, e la misteriosa scomparsa del giovane per il quale i genitori avevano diffuso disperati appelli. Sugli indumenti del ragazzo erano stati effettuati campionamenti per isolare il profilo genetico.

Carlo Baroni