Stop bici al Duomo: sale la protesta

Divieto anche per monopattini e simili. La Fiab chiede il ritiro del provvedimento: "La piazza è di tutti, non del turismo mordi e fuggi"

Stop bici – e anche hoverboard, segway e monowheel – nell’area monumentale. Piazza Duomo, via Santa Maria e piazza Arcivescovado: per monopattini e acceleratori di andatura la circolazione è vietata, per le bici il nuovo regolamento prevede che siano condotte a mano. Tutto questo dalle 10 alle 20 dal 1° maggio (l’ordinanza è già in vigore) fino al 30 settembre. Una novità che ha scatenato subito pesanti polemiche. L’obiettivo è proteggere la zona pedonale nel periodo di maggiore presenza di turisti, considerando anche le normative anti-terrorismo nonchè la fruizione con i tavoli all’aperto per i ristoranti e locali della zona.

Dura la reazione della Fiab che chiede il ritiro dell’ordinanza: "Piazza Duomo è di tutti, e non può esser ridotta a una zona avulsa dalla città, regolata solo in base alle esigenze del turismo mordi-e-fuggi: deve rimanere pienamente fruibile dai cittadini, anche in bicicletta. Come è da sempre". "Ci pare– queste le parole della presidente Leonora Rossi – un provvedimento estemporaneo, con un forte impatto regressivo sulla mobilità sostenibile; per giunta esso arriva come un fulmine a ciel sereno, senza che al riguardo ci sia mai stata discussione alcuna. L’ampia zona interessata dall’ordinanza è attraversata da moltissimi pisani che frequentano gli istituti scolastici di via Contessa Matilde e zone limitrofe, ma anche da chi dal centro si dirige verso porta a Lucca, alla stazione di San Rossore, alla Scuola di Ingegneria o al Polo Didattico di Porta Nuova (e viceversa). Impedire il transito dall’area monumentale provoca un inutile disagio a coloro che in città sono abituati a spostarsi in bicicletta. Anzi, questo provvedimento colpisce in particolare i ciclisti che appartengono alle fasce più deboli come i bambini e gli anziani: essi scelgono di passare per piazza Duomo non tanto perché è il percorso più breve, ma perché è l’unico sicuro. Infatti la ciclabile di via Contessa Matilde, ancora priva di protezione, non solo non è a norma, ma è sistematicamente violata dalle auto in sosta. E non va di certo meglio in via Bonanno che, ad oggi, è ancora priva di una pista ciclabile. Non vi è alcuna necessità di nuovi arbitrari divieti, dato che l’art. 3 del Codice della Strada, oltre a sancire che la zona pedonale è riservata a ciclisti e pedoni, già prevede che, in caso di intenso flusso pedonale, il ciclista debba rallentare e all’occorrenza condurre la bici a mano. Qualora, in previsione dell’affollamento di turisti, si vogliano ridurre i flussi dei ciclisti attraverso la zona monumentale, è indispensabile creare itinerari alternativi per permettere a chi pedala di aggirare la zona nei momenti di maggiore affollamento". Fiab critica anche la modalità con cui la decisione è maturata: "A dispetto dell’impatto sulle abitudini di spostamento di molti cittadini, la decisione arriva senza che vi sia stato alcun dibattito o confronto pubblico. Anzi: nonostante le ovvie ripercussioni sulla mobilità ciclistica, questo provvedimento non è mai stato nemmeno menzionato né ai tavoli partecipativi del Pums, né in sede della Consulta della Bicicletta".

Francesca Bianchi