Studente espulso per stalking. Ma il giudice: "Riammettetelo"

Pisa, la decisione del Consiglio di Stato sull’allievo accusato di aver aggredito la ex dentro la Scuola Sant’Anna

La Scuola Sant'Anna di Pisa

La Scuola Sant'Anna di Pisa

Pisa, 3 maggio 2021 - Sospeso e poi espulso dalla Scuola Sant’Anna, una delle più prestigiose istituzioni universitarie italiane, per i «gravissimi comportamenti messi in atto nei confronti di un’allieva della stessa Scuola», sua ex fidanzata. Ma il giovane è stato adesso riammesso alla Sant’Anna con un provvedimento cautelare del Consiglio di Stato che, pur riconoscendo «fatti di significativa gravità» ha sospeso l’espulsione ritenendola «eccessivamente penalizzante», in attesa che si arrivi al giudizio di merito da parte del Tar, previsto per il prossimo settembre.

Adesso i due ex fidanzati potrebbero ritrovarsi faccia a faccia negli stessi ambienti della Scuola. Il Senato Accademico, riunitosi d’urgenza, «ha confermato all’unanimità che i comportamenti tenuti dall’allievo hanno costituito una gravissima violazione del regolamento per la vita collegiale e del Codice Etico della Scuola» dichiara la rettrice Sabina Nuti. Nel mirino una serie di comportamenti e atti persecutori compiuti dal giovane, che avrebbe anche aggredito, nel collegio, l’ex fidanzata, la quale si è poi rivolta alla polizia. Era il 3 dicembre: ne è seguito un ammonimento del questore e l’allontanamento dello studente dalla Sant’Anna, fino alla successiva espulsione.

L’Avvocatura dello Stato, nella memoria difensiva della Sant’Anna, ha definito la «vicenda di una gravità assoluta», fatta «di comportamenti vessatori ripetuti per mesi, offese gravissime e reiterate, minacce e ricatti, pedinamenti e controlli ossessivi dentro il collegio e fuori». Per evitare di essere lasciato, il giovane si sarebbe addirittura inventato di avere la leucemia. I comportamenti contestati al presunto stalker «hanno provocato un profondo disagio nell’allieva – spiega la rettrice –, hanno assunto una connotazione di ulteriore disvalore allorchè si consideri che essi sono stati perpetrati nell’ambito di un collegio a carattere residenziale, in seno ad una istituzione accademica che si ispira ai principi di rispetto reciproco, anche a tutela della sicurezza fisica e morale degli alievi».

Guglielmo Vezzosi