Sospesi 35 infermieri "Doveroso immunizzarsi"

Il presidente dell’ordine delle Professioni Emiliano Carlotti: "Siamo 3700 in tutto, molte le segnalazioni ricevute, ma siamo uomini di scienza"

Migration

di Antonia Casini

PISA

Sono 3700 tra Pisa e provincia. Le segnalazioni arrivate per chi non si è ancora vaccinato "sono molte, quelle reali fortunatamente sono ridimensionate, ma sono comunque troppe. La speranza è che fossero più ridotte".

Il presidente dell’ordine delle Professioni infermieristiche fa il punto sui numeri.

Quanti sono i sospesi?

"Circa 35, ma le cifre cambiano in continuazione. Riceviamo segnalazioni ogni giorno: solo una piccola parte è fondata".

Una percentuale bassa...

"Sì, non sono numeri altissimi ma sono comunque significativi e influiscono sull’organizzazione delle aziende".

Lavorano nel pubblico o nel privato?

"Il quadro è eterogeneo".

Perché questa scelta?

"Ci stupisce. So che alcuni sono dubbiosi sulla velocità con cui è stato sviluppato il vaccino. Ma non ci siamo confrontati molto: chi non si vaccina non viene all’ordine. Anche oggi sono arrivate 10 segnalazioni".

Avete fatto una campagna?

"Ci siamo uniti ai vertici regionali cercando di sensibilizzare tramite email e i canali che abbiamo. Lavoriamo in contatto con il dipartimento infermieristico delle due aziende (ospedaliera e Nord Ovest), cercando di risolvere velocemente".

Vuole fare un appello ai colleghi?

"Chi non ha impedimenti di natura sanitaria, deve vaccinarsi. E’ doveroso nei confronti della professione che svolgiamo e dell’utenza, siamo uomini di scienza!".

Si è parlato molto dei tagli al settore (111 sanitari non rinnovati in Aoup).

"La carenza infermieristica (una compagine qualificata che prende in carico l’utenza a tutto tondo) si ripercuote sul numero delle prestazioni e sulla qualità. E questo si va a inserire in un momento storico in cui l’onda del Covid non è ancora passata: sono ancora attive alcune bolle, è cominciata la somministrazione della terza dose e anche la riapertura delle scuole ha influito sulle richieste di prestazioni. Il pregresso, inoltre, si è accumulato proprio a causa del virus: ci vorranno forse anni per smaltirlo".

Soluzioni?

"Rispetto alla media Ocse prevista infermieripopolazione, mancano centinaia di figure sul terriotorio, capiamo la scarsezza delle risorse... Su questo si rende necessario che le aziende si impegnino a ottimizzare l’utilizzo del personale. Devo dire che ora questo problema è in diminuzione ma il personale a volte non è impiegato secondo le potenzialità, si registrano, insomma, carenze strutturali e organizzative".

Altre srade?

"Si potrebbe ridurre il carico degli ospedali con la figura dell’infermiere di famiglia: la Toscana ha fatto uno sforzo importante, ma ora il progetto va a rilento: è una figura chiave per il futuro".