Sorpresa, a Pisa mancano notai "Meno fascino e redditi dimezzati"

Claudio Calderoni, presidente del consiglio notarile distrettuale "Per intraprendere questa professione bisogna studiare"

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di Gabriele Masiero

"In questo momento nel distretto della provincia di Pisa ci sono almeno 9 posti liberi per nuovi notai: siamo infatti 34, con una che sta formalizzando in questi giorni il suo ingresso, rispetto a una tabella che prevede 43 posti. Quindi, è una favola che la nostra sia di fatto una professione chiusa. La realtà è che per diventare notaio occorre superare un concorso molto selettivo che richiede un’ottima preparazione a al contempo il nostro lavoro ha perso appeal perché ha sostanzialmente dimezzato la sua redditività". Così il notaio Claudio Calderoni, presidente del consiglio notarile distrettuale di Pisa, parla dello stato di salute della professione notarile.

I redditi però restano di tutto rispetto.

"Assolutamente sì. Parliamo mediamente per i notai più giovani di circa 5 mila euro al mese. Quanto un magistrato, ma i notai a differenza dei magistrati, che pure spesso hanno vite difficili e faticose, hanno oggi tutti i rischi dell’attività professionale, dell’assenza della copertura dell’impiego pubblico e le incombenze sono letteralmente decuplicate".

Faccia qualche esempio?

"Il notaio è il primo responsabile dell’atto che sottoscrive ed è chiamato a sbrigare da solo una serie infinita di controlli, anche di rilevante interesse come, ad esempio, la normativa legata all’antiriciclaggio. Insomma, dobbiamo essere un po’ poliziotti per andarci a spulciare tutta la documentazione e capire quali sono i soggetti che abbiamo davanti declinando al meglio ciò che impone la normativa antiriciclaggio".

A proposito di antiriciclaggio quale è la situazione della provincia di Pisa vista dal suo osservatorio?

"Il livello di attenzione è molto alto e non a caso il numero più alto di segnalazioni da questo punto di vista arrivano proprio dai notai. Del resto, è il notaio che si espone al rischio quando valida certe situazioni, anche se è chiamato a valutare una situazione da un sospetto. Tuttavia il numero alto di segnalazioni, rispetto ad altri soggetti, rivela che c’è una sensibilità spiccata su questo terreno e ciò aiuta a sviluppare anticorpi rispetto al virus della criminalità".

Parlava di redditi dimezzati: a cosa si deve questa flessione?

"Innanzitutto alla crisi generale. Basta un esempio per tutti: nel 2007 in Italia si vendevano circa 800 mila case all’anno, oggi se ne vendono più o meno 550 mila e questo, evidentemente, ha determinato una forte contrazione delle entrate. A tutto questo si aggiunge che ora molti altri atti sono stati tolti dalla competenza notarile come la validazione delle pratiche automobilistiche e molti altri. Ma non è questo ad avere reso meno appetibile la nostra professione, visto che gli stipendi sono ancora di tutto rispetto".

Allora perché mancano i notai?

"Molti giovani laureati in giurisprudenza preferiscono cercare di costruire una carriera diversa, magari come giuristi d’impresa in grandi aziende, oppure partecipando agli altri concorsi pubblici del settore legale. Il concorso, l’ho detto prima, è molto selettivo. Il nepotismo, che spesso qualcuno indica, in realtà non esiste. Bisogna studiare ed essere preparati, ma soprattutto avere la consapevolezza che il lavoro richiede fatica e studio per tutta la vita perché è il notaio che si espone al rischio principale di un atto sbagliato o ritenuto il primo responsabile di eventuali successivi contenziosi tra le parti contraenti".