"Servizi diversi dall’educativo", trentanove lavoratrici in piazza

Trentanove lavoratrici tra i 30 ed i 56 anni dei "servizi diversi dall’educativo" sono scese in piazza perché dal 1° febbraio 2023 ci sarà il passaggio d’appalto ad altra cooperativa sociale che non "può garantire salari, permessi ed anzianità perché le risorse messe dal Comune sono poche". Le lavoratrici di fatto perdono la 14esima mensilità, moltissimi permessi retribuiti, tra 1 euro e 1 euro e 20 per ciascuna ora lavorativa; ovvero, il corrispettivo di due mensilità. "Le lavoratrici in questione – dice Catia Santochi della Filcams Cgil – sono agganciate ai turni scolastici quindi a luglio ed agosto non guadagnano. Con il nuovo appalto si passa poi dalle 104 ore di permessi a solo 32". "E’ ormai chiaro che gli impegni presi dal sindaco Michele Conti e dal suo assessore Sandra Munno non saranno rispettati – continua la sindacalista – impegni che sono stati presi in situazioni ufficiali alla presenza del dirigente e delle ditte uscenti". "Così, da un giorno all’altro decine di lavoratrici con anzianità pluriennale in un servizio essenziale del Comune verranno pagate molo meno del giorno precedente per svolgere le stesse identiche": interviene Federico Giusti del Cub. "Uno scenario, questo, che come organizzazioni Sindacali - sempre tacciate di inutile allarmismo – avevamo previsto, ampiamente contestato e cercato di evitare sottoponendo più volte le nostre osservazioni all’Amministrazione comunale e in occasione delle convocazioni in terza Commissione consiliare, ma, il bando pubblicato ha seguito logiche opposte quelle del puro e semplice". I sindacati rincarano la dose dichiarando: "La situazione disastrosa che è oggi sotto gli occhi di tutta la cittadinanza è dovuta alla scarsità di risorse economiche stanziate dal Comune di Pisa per questo servizio essenziale all’infanzia; scarsità di risorse che ha fatto andare deserta la prima gara d’appalto e permesso ad una sola cooperativa di partecipare alla seconda, quella in essere. Proseguendo lo stato di agitazione aperto ormai da mesi, con questa assemblea si apre una nuova fase di mobilitazioni da parte delle lavoratrici per rivendicare il proprio diritto al mantenimento di un’equale retribuzione e di tutti i diritti acquisiti nel corso della propria vita lavorativa, sempre in appalto".

Santochi aggiunge: Si tratta di lavoratrici monoreddito e spesso con figlio a carico e con un’anzinità media che va dai 10 a 15 anni sempre nei servizi diversi dall’educativo". La protesta è stata indetta anche da Uil-Tucs, Fisascat, Cobas, Cub.

Carlo Venturini