Pisa e fase due, le seconde case sono 1.500: una "guerra" per aprirle

Secondo i dati Tari, sono circa 1/4 del totale. I residenti temono pericolose invasioni dal Nord Italia: "Vogliamo solo chi arriva dalla Toscana"

Un vigile urbano

Un vigile urbano

Pisa, 30 aprile 2020 - Bar, ristoranti, stabilimenti balneari e, su Marina, Tirrenia e Calambrone, anche porto e seconde case, oltre 1.500, stando al numero delle tessere per la spazzatura distribuite quando decollà il nuovo servizio. Le domande che riguardano la nostra costa sono tante: come sarà l’estate 2020? Si prospetterà un litorale con una sorta di "numero chiuso" per impedire l’invasione dalle regioni del Nord Italia, l’eventualità più temuta da molti residenti? "Qui, abbiamo già rischiato una seconda Codogno. I treni che dal Nord si dirigono verso il Centro e il Sud si annunciano già pieni dal 4 maggio" dicono preoccupati.

I numeri. In totale, era il 2017, sono state distribuite 6.196 tessere per il conferimento rifiuti, di cui 1.561 fanno capo a proprietari di seconde case. Ai quali vanno aggiunte, per esempio, quelle persone che, per vari motivi, risultano residenti nelle abitazioni che si trovano al mare, pur avendo il domicilio, nei mesi invernali, in altri comuni. Una bella fetta dei consumi delle nostre località balneari.

Il governatore della Regione Enrico Rossi, dopo quella che sembrava un’apertura in tal senso, con la possibilità di effettuare manutenzioni nelle seconde abitazioni, ha chiarito già lunedì: "Non penso affatto alla riapertura delle seconde case in Toscana. La discesa verso le seconde case dal Nord, all’inizio della pandemia è stata purtroppo fonte di diffusione del contagio". Un tema sul quale c’è molta attenzione. Polizia municipale e carabinieri hanno fatto controlli mirati elevando alcune sanzioni. Tanti casi – ad esempio camper avvistati in strada o seconde case riaperte nei week-end d’inverno – sono stati segnalati dai residenti che dicono "sì" agli spostamenti all’interno della Toscana "ma assolutamente no, al momento, a chi proviene da fuori".

Anche il sindaco di Pisa, Michele Conti ha frenato prendendo tempo: "Ci riserviamo di fare altri approfondimenti tecnici anche per scongiurare comportamenti furbetti di chi con la scusa di svolgere piccole manutenzioni pensa di recarsi ogni giorno sul litorale. Per ora quindi queste abitazioni resteranno chiuse e per chi vuole aprire, i vigili verificheranno l’esistenza di permessi edilizi per svolgere lavori".

Sulla sponda opposta ai residenti si trova invece chi di turismo vive e dunque spera che di visitatori ne arrivino tantissimi. Sono gli stabililementi balneari, che proprio in questi giorni hanno iniziato le manutenzioni, nonché bar, ristoranti e locali pubblici del litorale, infuriati per il rinvio della loro apertura al 1° giugno. Lunedì sera molti imprenditori hanno animato il flash mob di protesta sul litorale chiedendo di poter ripartire il prima possibile: "Siamo pronti a garantire condizioni di sicurezza. O si fa qualcosa o un’intera categoria rischia di affondare per sempre".