Scuola, la protesta scende in piazza: "No alle classi pollaio"

Presidio di numerose sigle sindacali e movimenti politici questa mattina sotto l’Ufficio scolastico della Provincia di Pisa

La protesta di questa mattina

La protesta di questa mattina

Pisa, 25 gennaio 2021 – Aule sovraffollate e carenza cronica e strutturale di personale: sono i due temi evidenziati dal presidio che questa mattina si è radunato sotto all’Ufficio scolastico della Provincia di Pisa. Alla manifestazione sono intervenuti i rappresentanti di Cobas Scuola Pisa, Comitati di “Priorità alla scuola” di Pisa e Pontedera, Coordinamento Nazionale Precari Scuola – Pisa, Flc Cgil Pisa, Gilda degli insegnanti Pisa, Il barone rampante – Associazione per lo Stato di Diritto e la Società laica e plurale, Rete degli studenti Medi di Pisa e Pontedera, Rifondazione Comunista -Pisa, Una città in comune.

“Nonostante gli impegni del protocollo del 6 agosto 2020, i continui proclami del ministro dell'Istruzione e la situazione di pandemia che stiamo vivendo, non abbiamo visto alcun cambiamento nel numero di alunni per classe e ciò ha contribuito a produrre la chiusura delle scuole di questi ultimi mesi” denunciano i manifestanti. “In questo modo non solo sta aumentando la dispersione scolastica – spiegano -, ma stanno aumentando i casi di disagio psicologico nelle nostre giovani generazioni, nonché una pericolosa diminuzione del livello di scolarizzazione e di istruzione”.

Il presidio propone una soluzione per porre rimedio a questa situazione critica: “I soldi pubblici, a partire dal Recovery Fund fino ad una revisione del Bilancio dello Stato, devono essere utilizzati per una riduzione significativa del numero di alunni per classe e per il conseguente ampliamento dell’organico docente e ATA, i cui membri devono essere al più presto stabilizzati. Non vogliamo rientrare nella scuola che abbiamo conosciuto prima della pandemia: vogliamo una scuola pubblica di qualità, unico vero e reale deterrente alla sua progressiva privatizzazione”.

La manifestazione si è tenuta nel giorno della chiusura delle iscrizioni al prossimo anno scolastico: una data simbolica per ciò che, secondo gli intervenuti al presidio, nel prossimo futuro dovrà cambiare nel mondo dell’istruzione obbligatoria italiana. “Nella scelta politica tra sicurezza, qualità educativa e risparmio di spesa, riteniamo che sia fondamentale, per la garanzia del diritto allo studio e alla salute, sbilanciarsi senza indugio verso le prime”. I manifestanti proseguono: “Crediamo che ogni livello delle istituzioni possa contribuire in tal senso e per questo chiediamo al dirigente dell'ufficio scolastico provinciale che si impegni, a partire dalle sue prerogative di coordinamento e organizzazione, ad applicare la normativa vigente, nelle more delle deroghe concesse, solo in favore di una riduzione del numero di alunni per classe, nel pieno rispetto di quanto dovuto per i casi in cui sono presenti alunni con disabilità e con particolare riguardo alla verifica e controllo delle norme sulla sicurezza di tutti gli edifici scolastici”.

La conclusione è affidata ad alcuni punti programmatici inoltrati anche al Ministro dell’Istruzione: “Revisione dei criteri di formazione delle classi, immediata assunzione dei precari e delle precarie docenti e ATA, investimenti seri e veloci nell’edilizia scolastica. Pretendiamo che da oggi si cominci a costruire una scuola migliore – pubblica, laica, inclusiva e salutare – in modo che il prossimo anno scolastico possa iniziare con classi con un ridotto numero di alunni e alunne e che tutto il personale scolastico necessario al buon funzionamento della scuola sia già in servizio dal primo settembre”.

A.M.