
Lo sciopero dei lavoratori Amazon, davanti al magazzino di Montacchiello a Pisa
Pisa, 23 marzo 2021 - Ricevere gli acquisti fatti online dopo poche ore, qualsiasi giorno della settimana sia, comprese domeniche e festivi. Tutti ci siamo abituati ai tempi di Amazon delle consegne, quasi sempre in anticipo rispetto al previsto. Tutti eccetto chi lavora affinché quei pacchi arrivino in tempo record: i corrieri. Ieri per la prima volta si sono fermati, tutti insieme in Italia, per ribadire i propri diritti lavorativi. Fuori dal magazzino Amazon di Montacchiello si sono radunati i lavoratori e i rappresentanti sindacali per rendere pubbliche le richieste rivolto al colosso del commercio online. Uno sciopero generale della filiera Amazon indetto a livello nazionale da Fit-Cisl, Filt-Cgil e Uiltrasporti. secondo i sindacati iIn Toscana i lavoratori che hanno riposto all’appello nei due presidi di Montacchiello e Calenzano sono stati l’82% a Firenze e il 71% a Pisa. "Serviva un grande risposta per sottolineare l’importanza di questa vertenza, ed è arrivata - spiega il segretario generale Uiltrasporti toscana Michele Panzieri -. I lavoratori hanno compreso in pieno che in gioco è il loro futuro e che tutta la filiera Amazon deve confrontarsi con il sindacato in rispetto del contratto nazionale".
Ma cosa chiedono i sindacati? Alla base dello sciopero c’è la verifica dei carichi e dei ritmi di lavoro imposti nella filiera Amazon, la contrattazione dei turni di lavoro, il corretto inquadramento professionale del personale, la riduzione dell’orario di lavoro dei driver, l’indennità di trasferta e la stabilizzazione degli assunti a tempo determinato.
Dietro alle consegne lampo c’è un esercito di corrieri che lavora 9 ore al giorno per una media di 150 “fermate“ quotidiane per una media di quasi 200 pacchi. Secondo la procedura ogni stop dovrebbe durare 3 minuti. Tre minuti per fermare in maniera corretta il furgone, scendere, trovare il pacco, trovare il cliente o contattarlo se non si trova a casa ed effettuare tutte le consegne di quella fermata (due civici vicini sono considerati un unico stop, ndr). "Oggi è un giorno storico – ha detto Mauro Fuso segretario generale della Cgil di Pisa –. Con oggi segniamo una data a livello nazionale. Siamo abituati ada vere tutto e subito, ma questo ha delle inevitabili ripercussioni . Non si può pensare di velocizzare il lavoro senza delle regole". Per chi lavora in magazzino le cose non vanno diversamente, 9 ore con una mezz’ora di pausa. "Amazon va a gonfie vele – ha commentato il segretario generale della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni sta traendo vantaggio da una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo, il suo proprietario è tra gli uomini più ricchi del mondo: è inaccettabile che una realtà così snobbi i lavoratori, ignori le richieste sindacali, non voglia occuparsi dei propri addetti e riconoscere le loro necessità. Mai come in questa vertenza è in discussione la dignità che la nostra società riconosce alle persone e al lavoro".
Una mobilitazione che ha trovato solidarietà in tutte le forze politiche sia comunali che regionali. A metà mattina anche Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale, ha voluto incontrare i lavoratori della filiera Amazon. "Siamo pronti a incontrare il management dell’azienda – ha detto Mazzeo – e a fare una norma che aumenti la sicurezza sui luoghi di lavoro. Una sicurezza che non può essere delegata a un algoritmo che non conosce pause né imprevisti"
Sarah Esposito