Sanzioni ingiuste per le imprese

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Maristella

Calgaro*

L’introduzione di sanzioni per chi non accetta pagamenti ‘di qualsiasi importo’ con carta e bancomat è un provvedimento inopportuno e iniquo per le imprese più piccole, per le quali il costo della moneta elettronica – soprattutto sulle transazioni di importo ridotto – è già molto elevato: circa 772 milioni di euro l’anno, fra commissioni e acquistocomodato del dispositivo. Con le sanzioni non si limita dunque solo la libertà d’impresa, ma si introduce un ulteriore aggravio, visto che le attività saranno ora costrette ad accettare pagamenti via POS anche quando i costi sono eccessivi. Molte realtà del commercio e dei servizi hanno margini molto stretti, che rischiano di essere ridotti o addirittura azzerati dal costo delle commissioni. Per queste imprese, l’introduzione di sanzioni è un accanimento. Poco utile alla causa della moneta elettronica: tra il 2014 ed il 2021, anche senza multe, i POS nelle imprese sono più che raddoppiati. Una rivoluzione sostenuta a proprie spese dalle imprese, che hanno accettato aggravi importanti, con un costo medio legato all’utilizzo del POS compreso fra l’1% della transazione per i POS fissi e il 2,7% per i POS cordless di ultima generazione. Si tratta inoltre di un costo con natura regressiva, che tende ad aumentare al ridursi delle dimensioni dell’esercizio. In termini assoluti, il costo per l’esercente arriva fino a 1081 euro, a seconda del tipo di dispositivo utilizzato e del relativo contratto, oltre che del volume delle transazioni. Confesercenti è favorevole ad incentivare la moneta elettronica: un vantaggio per tutti, visti i rischi di sicurezza derivanti dalla gestione del contante. La strada da percorrere non è quella dell’imposizione, ma della riduzione delle commissioni applicate per l’accettazione di carte di credito e di debito, che dovrebbero essere azzerate per importi fino a 50 euro.

* presidente provinciale Confesercenti Livorno